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Giovanni Sgrò

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CATANZARO – Una richiesta d’aiuto che va oltre il mondo social e si concretizza con proposte pratiche che non aspettano altro di essere ascoltate. È Giovanni Sgrò, imprenditore e titolare di una catena di supermercati, a ricordare le difficoltà causate dal caro energia ai proprietari delle attività calabresi.

Nei giorni scorsi lo aveva fatto con un post su Facebook, mettendo a confronto la bolletta energetica di luglio 2021 con quella di luglio 2022, in cui era evidente la somma triplicata (LEGGI). Lo sfogo social aveva avuto un riscontro di commenti, tra colleghi e addetti ai lavori, che condividevano la sua perplessità su quale futuro dare alle proprie attività e ai propri dipendenti con una tale fattura.

Ora torna a farlo con un pacchetto di “otto punti contro il caro energia” ideato dopo un dialogo fatto con il professore Vittorio Daniele, docente di Politica Economica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Autoproduzione, rinnovabili, incentivi straordinari e un tavolo europeo tra le misure urgenti del documento che «la politica e i sindacati, unitariamente» possono indicare al Governo per venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese italiane.

«Lo avevamo detto a gennaio – scrive l’imprenditore, dirigente di Confesercenti Catanzaro – assieme a migliaia di imprenditori, commercianti, sindaci, da Nord a Sud. Ricordo Andrea Parodi, amministratore delegato di un’azienda tessile con 900 dipendenti in cinque stabilimenti a rischio chiusura per il caro energia. Nel 2021 a gennaio aveva pagato 350 mila euro di elettricità. A dicembre la bolletta era già salita a 1,4 milioni di euro. Nell’ultimo trimestre 3,5 milioni, la sua denuncia di ben otto mesi fa (quasi nove), rilanciata da tutti i media nazionali. In Calabria, quasi in contemporanea, eravamo stati noi a sollevare un analogo allarme perché vedevamo schizzare i prezzi a scaffale, sostenuti da tanti sindaci della zona che torneranno in piazza al nostro fianco, da Chiaravalle a Soverato».

Sgrò fa un’analisi riguardo l’efficacia delle azioni adoperate dallo Stato: «Poco incisivi gli interventi, per lo più sotto forma di credito d’imposta, a fronte di un aumento dei costi energetici. Pagare 35mila euro di energia elettrica, invece di 9mila dello stesso periodo dell’anno scorso cambia tutto: blocca gli investimenti, ferma i progetti, congela nuove assunzioni».

Per dare forza alle sue otto proposte, Sgrò sta dialogando con sindacati, esperti di economia, università e associazioni di categoria con l’obiettivo di metterli in mano alla politica regionale e nazionale, senza distinzioni di schieramenti. La prima delle otto proposte è quella di adottare misure straordinarie di sburocratizzazione e incentivazione finanziaria per l’installazione di impianti energetici rinnovabili da parte delle imprese per l’autoproduzione; il secondo punto è attuare interventi straordinari per accelerare le procedure e la finanza del Pnrr per la realizzazione di impianti fotovoltaici negli edifici pubblici; la realizzazione di impianti di energia rinnovabile per le comunità locali o da immettere nella rete, con società in cui ci sia la partecipazione del settore pubblico, è il terzo punto; la quarta proposta è un credito d’imposta per una parte sostanziale degli incrementi del costo dei consumi energetici per le imprese in alcuni settori economici, onde evitare che l’aumento dei costi di produzione si trasferisca sui prezzi finali dei beni e servizi pagati dalle famiglie.

Gli ultimi quattro punti: incentivi straordinari per il rinnovo delle attrezzature delle imprese e degli elettrodomestici delle famiglie per il risparmio energetico; garanzie statali per agevolazione sui prestiti bancari alle imprese che realizzano investimenti di efficientamento energetico; ridurre a 5 anni il recupero delle somme per impianti fotovoltaici da parte delle famiglie, di cui al bonus 65%; dopo l’applicazione del tetto al prezzo del gas in Spagna e Portogallo, con un accordo europeo, si propone la stessa attuazione in Italia e valutare che, nel contempo, si possano praticare prezzi del gas legati, in parte, ai contratti di fornitura; revisione della determinazione dei prezzi dell’energia elettrica alla Borsa elettrica, attualmente legato al solo prezzo del gas.

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