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Cinquantacinque anni freschi freschi di compleanno, era ieri, e ancora ha le gambe lunghe una Quaresima (per stare sul pezzo), una folta chioma biondo platino, il sorriso perfetto e neanche una ruga. 

Barbie se ne sbatte del tempo che passa. Era il 9 marzo 1959 quando la prima Barbie fu presentata alla Fiera del Giocattolo di New York.  Icona di bellezza e smisurato amore quando ero bambina io, continua a esserlo anche oggi. Sabato ne ho regalato una alla mia nipotina, Viola, che in quanto degna figlia del suo tempo e per non far torto a nessuno le ha fatto subito fare amicizia con Peppa Pig. Mettendo in chiaro, sin dall’inizio, che non bastano due smorfiette a farla sua, ma ci vuole impegno. 

Barbie ha un curriculum smisurato. Ha fatto praticamente tutti i mestieri, nel 2004 è stata persino candidata alle presidenziali americani con “Il partito delle ragazze”.  Icona di Andy Wharol. Vestita dai grandi stilisti: Armani, Saint Laurent, Dior, giusto per citarne qualcuno. La l’Oréal le ha dedicato una collezione di acconciature. Nel 2003 è stata messa fuorilegge dall’Arabia Saudita. C’è la Barbie curvy e la Barbie più in “carne”. Marilyn Monroe ha la sua Barbie, così come Audrey Hepburn, J.Lo e Beyoncé.  Amata, odiata, contestata. Fatta oggetto di satira. Resa immortale in sostanza. 

Ha avuto qualcosa come 38 animali e tra questi anche una zebra. Nei primi ’90 venne fuori una che parlava, ma diceva cose improponibili tipo: “La matematica è troppo difficile“, e quindi la tolsero dal mercato piuttosto in fretta. Stessa fine fece la Barbie che restava incinta, pare incitasse le gravidanze giovanili. C’è la Barbie tatuata, anche questa  oggetto di contestazioni infinite da parte delle associazioni di genitori, si chiama Tokidoki Barbie doll, ed è favolosa, ha i capelli a caschetto rosa e tatuaggi su tutto il corpo. 

Case, ville, macchine, camper, negozi e centri commerciali. Tutto virato sul rosa. Un intero mondo in rosa e sfumature. La Mattel fece causa, perdendola, agli Aqua per la loro Barbie Girl.

 Io le ho avute praticamente tutte, solo qualche anno fa mi regalarono la contestata Barbie Drag Queen, la “The Blonds Blond Diamond Barbie doll”. Stupenda. Una Priscilla in plastica. Superba. Il pezzo forte della mia collezione. Da bambina avevo una stanza, in soffitta, adibita a regno indiscusso della rigida bionda plasticosa. Le ho fatto di tutto. Tagliato capelli, rasata a zero, dipinto viso, cucito vestiti. Ad una tagliai anche i piedi. E i miei non mi mandarono in analisi, sebbene per un periodo ricordo chiudessero a chiave la porta della cucina di notte. 

Il ricordo più tenero resta però di quando mio fratello, la notte notte, si alzava per metterle vicino l’orrido Big Jim togliendo di torno l’altrettanto orrido Ken. Tenero lo dico ora, allora erano urla e strepiti. Come si cambia. 

(In foto le 12 Barbie Basics, la bambola da collezione lanciata da Mattel, rappresentano modelle di tutte le etnie e tutte in tubino nero)

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