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di ANTONIO CORRADO
E adesso l’ospedale di Tinchi si ritrova spoliato anche del reparto di Medicina. La notizia si è diffusa ieri. Con un ordine di servizio, l’Asm ha decretato il trasferimento del personale addetto al reparto presso l’ospedale di Policoro. Oltre a medici ed infermieri stanno per essere trasferiti anche i pochi pazienti in cura a Tinchi.
La scelta, inattesa, ha determinato l’immediata mobilitazione del Comitato civico di difesa dell’ospedale, che da ieri mattina è in protesta permanente nei pressi della struttura, per denunciare una decisione che sarebbe stata presa d’imperio senza tener conto dell’interlocuzione in corso tra i cittadini e l’assessore regionale alla Sanità Attilio Martorano.
Lo scorso maggio, infatti, il neo assessore aveva ricevuto a Matera una delegazione del Comitato, che nella circostanza aveva potuto rappresentare la sua posizione in merito al nosocomio consegnando la richiesta di realizzare una struttura ad indirizzo specialistico, come riferito anche in una delibera del consiglio comunale e nella petizione sottoscritta da ben 12mila cittadini. L’incontro aveva creato delle aspettative ed era stato giudicato con cauto ottimismo dal Comitato. Martorano, in quella circostanza, aveva, infatti, manifestato la volontà di aprire una fase di riflessione e di analisi delle problematiche e delle richieste, per poi fornire delle risposte in un successivo incontro, che ancora non c’è stato, così da spiegare cosa poter fare e cosa non poter fare a Tinchi, tenendo anche presente le indicazioni della riforma sanitaria.
Di qui la rabbia dei cittadini, che ancor prima di sentirsi dare delle risposte dall’assessore hanno dovuto prendere atto di una decisione forte, quella di chiudere il reparto di Medicina appunto, che va a interrompere bruscamente il percorso di partecipazione alla scelte in materia di riordino della sanità regionale intrapreso con il neo assessore. L’ordine di servizio, pertanto, viene visto come un gesto che manda all’aria qualunque forma di interlocuzione fra le istituzioni ed i cittadini su un tema delicato ed avvertito come prioritario dalla popolazione.
Oltre a mantenere un sit-in di protesta nei pressi del nosocomio, il Comitato ha indetto una pubblica assemblea per domani, dove decidere le future strategie, perché a questo punto non è più possibile attendere, come pure ci si era impegnati a fare al termine dell’incontro con Martorano, proprio perché una delle due parti è di fatto venuta meno alla parola data.
Una decisione che fa il paio con il trasferimento in itinere della Riabilitazione da Policoro, un passo annunciato, poi ritirato a parole dal direttore generale Gaudiano, salvo poi confermarlo nei fatti. Disagi si segnalano anche per il servizio prelievi, sempre affollatissimo: ieri mattina c’erano 54 persone in attesa, anche fuori e sotto il sole. «Questo è un disservizio a cui si deve rimediare in tempi rapidi -ha commentato Maria Antonietta Tarsia, segretaria regionale di Cittadinanzattiva- ma secondo noi il trasferimento dell’Unità operativa di Medicina è una decisione presa a salvaguardia della sicurezza dei pazienti, perchè non c’è la Rianimazione, dunque in caso di intervento urgente su un malato, si dovrebbe comunque ricorrere a Policoro».
La stessa ragione per cui, a quanto pare, ancora non sono stati trasferiti i circa 15 pazienti: alcuni di loro non sopporterebbero il trasporto.

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