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«Per gli alti meriti avuti nella nascita e nello sviluppo della Cee e dell’Unione Europea», la “Fondazione Jean Monnet pour l’Europe” consegnerà il 7 ottobre, a Losanna, in Svizzera, una medaglia d’oro al senatore a vita Emilio Colombo e a Javier Solana. Alla cerimonia parteciperà il Presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso. Il presidente della fondazione, Josè Gil-Robles pronuncerà una «laudatio» e sarà presente anche la Presidente della Confederazione Elvetica, Micheline Calmy-Rey. Nel discorso che pronuncerà dopo il conferimento della medaglia, Colombo – due volte Presidente del Parlamento Europeo – sottolineerà che «oggi occorre un nuovo europeismo! Più Europa».

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Dopo aver definito Monnet (1888-1979) «mio grande amico e maestro», Colombo esaminerà il «passaggio difficile della storia del mondo, in particolare della storia dell’Europa, e non solo per la crisi dell’euro», che viviamo: «In Europa – è scritto nel discorso – difetta quella generosità, cultura e quella grandiosità dell’iniziale Progetto Europeo. Manca quella forza ideale, politica e sociale che, consentirono, soprattutto con Adenauer, Monnet, De Gasperi e Schuman, la crescita di un Continente distrutto dalla guerra. Quella forza poggiava su un sentimento di solidarietà e di appartenenza ad una Patria comune. Quella unità, quella solidarietà che portarono alla caduta del Muro ed alla unificazione della Germania, all’allargamento dell’area comunitaria, alla creazione della moneta unica. Oggi, purtroppo – a causa soprattutto della perdita di quella solidarietà, a causa del prevalere di nazionalismi ed egoismi – l’umanesimo cristiano e laico, che sono alla base della civiltà europea, avvertono ogni giorno l’imbarbarimento della ragione e l’arroganza del pensiero. L’Europa non è ancora entrata nella stagione di una compiuta maturità politica perchà manca di un autorevole governo multinazionale, di una comune politica della sicurezza, di una comune politica estera e di difesa. È giustificata allora – è il caso di chiedersi – il sempre più diffuso sentimento antieuropeo e la caduta di fiducia nel grande progetto? No! L’insegnamento di Jean Monnet, mio grande amico e Maestro, mi offrono le ragioni per credere nella ripresa, in una risposta politica dell’Europa. La storia dell’Europa – era la teoria di Monnet – si è costruita di crisi in crisi. Ed ogni crisi è stata occasione per reagire unitariamente, risollevarsi, recuperare sull’inevitabile ventata di sfiducia, riprendere il cammino. Oggi non occorre soltanto rispondere con misure tecniche per affrontare l’immane debito degli Stati aderenti all’Ue ma bisogna cominciare ad aggiornare le istituzioni. Concordo con Barroso quando sollecita la fine del voto unanime, una diversa autorità di indirizzo e di controllo del Parlamento Europeo e rifiuta scorciatoie politiche, quali sodalizi tra singoli Stati. Oggi occorre un nuovo europeismo! Più Europa! Il vecchio continente può ancora giocare un suo ruolo nel sistema multipolare che si è affermato sullo scenario internazionale. D’altra parte se Obama si rivolge all’Europa, se la sollecita ad una reazione, non chiede proprio più Europa? Non riprova che l’Europa può giocare un ruolo di ‘potenza civile globale? E’ questa, una scommessa che si può vincere. L’Europa di Monnet, la ‘mia europa’ – è la conclusione del discorso di Colombo – non può fallire la sua missione originaria. Può farcela ancora!».

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