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«Archiviare ogni dissennato progetto di realizzazione della centrale a carbone a Saline Ioniche che rappresenterebbe un pesante ipoteca sul futuro dell’area grecanica e per il sistema energetico del nostro Paese». È il monito lanciato a Saline Ioniche da Goletta Verde, la campagna di Legambiente che da 27 anni «è in prima linea contro i pirati del mare, ovvero chiunque sfrutti il bene comune a fini privati», che ha consegnato le bandiere nere. «La centrale – è scritto in una nota di Goletta Verde – comprometterebbe ulteriormente il futuro economico e occupazionale di una zona già provata da un passato industriale che ha lasciato in eredità opere incompiute e ferite profonde al territorio. L’ordine del giorno approvato ieri all’unanimità dal Consiglio regionale, deve aprire un nuovo scenario per il territorio grecanico finalizzato alla riqualificazione del territorio tramite un attento e ben ragionato sviluppo sostenibile che veda nelle energie rinnovabili e nel turismo di qualità la chiave di volta per rilanciare l’occupazione e porre le basi per un futuro pulito per Saline Ioniche e per tutta la Calabria». «I pirati del mare – ha sostenuto Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – non sono delle suggestioni dei romanzi di Salgari o delle recenti pellicole cinematografiche con Johnny Deep ma sono purtroppo rappresentati da chi minaccia realmente lo sviluppo del Paese e l’integrità ambientale delle coste, come nel caso della Società Sei, Saline Energetiche Ioniche, alla quale oggi assegniamo una bandiera nera, per l’arroganza coloniale con cui insiste nel portare avanti, con ogni mezzo ed in contrasto con ogni utilità sociale, il progetto di costruzione di una centrale a carbone nell’ex area industriale di Saline Ioniche. Il secondo vessillo dei pirati indirizzato al Sindaco di Montebello Ionico, Antonio Guarna, è per il momento in stand-by con l’auspicio che il primo cittadino possa seguire alla decisione del Consiglio regionale e, lasciando da parte qualunque esitazione, si ponga in maniera chiara e decisa contro qualunque investimento a sostegno della Centrale a carbone e diventi punto di riferimento amministrativo del progetto di rilancio sostenibile del territorio». «Il Consiglio regionale – ha sostenuto Nuccio Barillà della segreteria nazionale di Legambiente – è una conferma e una svolta per uscire dall’impasse causata dall’insensato progetto della Sei. L’ordine del giorno approvato all’unanimità ribadisce il no alla centrale, impegna la giunta a procedere al ricorso in tutte le sedi contro il decreto di Via firmato da Monti e spinge l’amministrazione regionale a trovare risorse per uno sviluppo territoriale turistico alternativo. Dalla vertenza contro il carbone nell’area grecanica si deve uscire con un’alternativa seria e concreta per chiudere definitivamente con la cattiva industrializzazione che uccide il territorio come già visto nel passato proprio a Saline, come da noi più volte proposto in passato con l’individuazione di puntuali idee progettuali».

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