X
<
>

Share
7 minuti per la lettura

POLICORO – Non é un uomo comune Enzo Vitale, il presidente di Marinagri spa, nonché ideatore dell’omonima cittadella turistico-portuale “più grande del Principato di Monaco”, lo si comprende entrandoci. Il progetto, esteso su circa 350 ettari di territorio, è in avanzata fase di completamento sui territori di Policoro e Scanzano Jonico, lungo un tratto di costa di circa 3 Km di spiaggia incontaminata. L’intervento turistico, si compone di vari comparti, ad oggi sono già stati realizzati un porto turistico, un villaggio portuale con isole e penisole collegate da ponti, un villaggio lagunare, un albergo 5 stelle lusso (un altro albergo è in programmazione), numerose unità residenziali, impianti sportivi, parco ornitologico, orto botanico, servizi ed infrastrutture. Infine -apprendiamo- che il campo da golf è in fase di start up. Chi é Enzo Vitale? Ci riceve ieri mattina nel suo ufficio all’interno dell’hotel. Ci offre un caffè. È cordiale. Ha lo sguardo vispo e intelligente. Guarda al futuro, ma non trascura nulla del passato. Ricorda ogni dettaglio. Si racconta al Quotidiano con una freschezza che sbugiarda un’anagrafe non proprio da giovincello. Il suo iPhone squilla di continuo. Il presidente é ricercatissimo. I dipendenti ci interrompono di tanto in tanto. Enzo é nato a Rotondella il 14 ottobre del 1940. Suo padre Salvatore, nella vita faceva il capo cantiere edile, “ma tutti chiamavano “ingegnere” perché aveva competenza e piglio notevoli”, ricorda orgoglioso.  Sua madre ancora vivente, si chiama Zelinda, ha 97 anni, vive ancora a Rotondella e gode di ottima salute. 

Enzo é il secondo di quattro figli, quarant’anni fa in un tragico incidente ha perso il fratello Mario che morì con  la moglie e  la figlia. L’unico superstite, l’altro figlio Salvatore, di cui lo zio lo Enzo é stato tutore, ha vissuto con nonna Zelinda ed ora lavora a Marinagri. Enzo, invece ha quattro figli tutti laureati: Ivan in Economia e commercio e lavora come dirigente al Comune di Policoro; Marco progettista di Marinagri, in Ingegneria idraulica e ambientale; Alessandro, anch’egli in Economia e Commercio e lavora a New York quale dirigente di Bancaintesa e infine Francesca, in Biologia marina e lavora in Svezia come ricercatrice per conto del ministero della Pesca svedese. Solo Ivan e Marco vivono dunque a Policoro. Tornando ad Enzo, a nove anni fu mandato in collegio a Potenza (dai frati francescani) alle scuole elementari dove é uscito all’età di 13 anni. Dopo la terza media si é iscritto all’istituto tecnico per geometri di Bari, ma non ha mai conseguito il diploma. Poi l’arrivo a Policoro nel post riforma fondiaria. “Era il 1959 – ha raccontato al Quotidiano – il primo sindaco Nicola Montesano era anch’egli rotondellese come me, così come l’imprenditore Gaetano Ferrara. Siamo stati dei pionieri, posso dirlo. Qui a Policoro vedevamo l’avvenire. C’era soltanto la chiesa e poche case intorno. Iniziai a lavorare in qualità di consulente commerciale per le piccole imprese che nascevano. Questa era la nuova California, capii che l’unico modo per sopravvivere qui era inventarsi un lavoro che non c’era. Facevo il consulente del lavoro per tante imprese, avevo l’ufficio in via Sinisi”. 

Poi nacque l’Ittica Valdagri. “Ebbi l’idea nel 1969 – ha aggiunto – quando, vedevo che ogni anno si verificava a seguito dell’entrata in produzione dello zuccherificio di Policoro una consequenziale moria di pesce che fuggiva nell’allora Lago del Prete, oggi Marinagri. Nel 1971, fondai la società “Ittica Valdagri spa” che si occupava della pescicoltura in acqua di mare. Diventò il principale impianto in Europa. Fu un’esperienza affascinante, abbiamo girato il mondo esportando know How nel settore del l’acquacoltura e della pesca artigianale. Gli impianti costruiti da noi sono presenti in Tunisia, Egitto e Guinea Bissau”. In quegli anni Vitale si é formato come grande imprenditore. “Quell’esperienza, ossia la cosiddetta gestione del mare a terra, entrò in crisi con la concorrenza degli stati esteri, tra cui Grecia e Turchia”. Quando nacque l’idea di Marinagri? “Beh, devo dire innanzitutto – ha rivelato – che già all’inizio degli anni ’80 ne discutevo con il cavalier Montesano. Ma solo all’inizio degli anni ’90 con l’allora sindaco, avvocato Mario Arbia, venne dato un fortissimo impulso alla pianificazione urbanistica, in quanto egli comprese a pieno la valenza strategica di un siffatto intervento al fine di internazionalizzare la costa jonica, condividendo il nostro progetto”. Quando é nata materialmente Marinagri? “Decisi di destinare tutti i terreni marginali dell’acquacoltura, pari a 180 ettari circa, al progetto, lasciando l’intero impianto dell’acquacoltura intensiva nella “Ittica Valdagri spa” che ancora esiste e che – ha preannunciato – stiamo riorganizzando con produzione ittica biologica. Marinagri ha avuto poi l’approvazione definitiva dal punto di vista urbanistico nel 1997 ed i lavori sono iniziati nel 2002″. Ma nella vita di Enzo Vitale non ci sono stati solo successi. Ha conosciuto periodi meno felici, come nel 1989 quando fu arrestato con l’accusa di essere uno dei mandanti della “gambizzazione” del senatore santarcangiolese, Decio Scardaccione, presidente dell’allora Esab (Ente sviluppo agricolo della Basilicata). “Era il 1989 – ha raccontato ancora – fui arrestato a Roma nel mio ufficio ai Parioli, e portato in carcere a Potenza dove rimasi per 110 giorni. Fui scarcerato a seguito del ricorso che i miei legali fecero in Cassazione, la quale annullò tutti gli atti, specificando che non vi era nella mia persona, “nemmeno l’ombra di un sospetto”. Sono stato poi assolto in primo grado compreso il parere favorevole del Pm nel dibattimento e la sentenza fu poi definitiva perché non fu neanche appellata. Sono stato risarcito con 26 milioni di vecchie lire, un’inezia pensando a quanto spesi per gli avvocati. Rispetto a quella vicenda sono stato anche un precursore circa la rivendicazione della responsabilità civile dei magistrati. Ho fatto tre gradi di giudizio sull’ammissibilitá e li ho persi tutti e tre”. Tornando a Marinagri i lavori procedettero spediti fino al 2007 quando l’allora Pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, attuale sindaco di Napoli, sequestrò per la prima volta il cantiere nell’ambito dell’inchiesta “Toghe lucane”, cosa ripetuta l’anno successivo. Tale inchiesta ha avuto strascichi e prologhi fino al dicembre 2012, quando la Procura generale della corte di Appello di Catanzaro ha rinunciato al ricorso in Cassazione rispetto alla sentenza di assoluzione piena della Corte di appello che a sua volta aveva confermato la sentenza di assoluzione di primo grado. 

“Come vede – ha aggiunto rammaricato in volto – per la seconda volta ho dovuto subire un provvedimento ingiusto e per la seconda volta posso fregiarmi di essere stato una vittima della giustizia. Ciononostante non mi ha abbandonato mai la fiducia nella giustizia stessa e nelle istituzioni in genere, perché alla prova dei fatti i giudici hanno messo riparo agli errori della magistratura inquirente. Restano tante ferite, nella persona, nella mia famiglia, nelle imprese che hanno lavorato per noi e per i tanti dipendenti interni e indotti. Per questo ho deciso citare lo Stato italiano presso la Corte europea per ottenere il risarcimento per tutti i danni materiali e morali subiti. Posso annunciare che qualsiasi somma dovesse essere riconosciuta  – ha specificato – verrà distribuita a tutti i membri dell'”Associazione vittime di De Magistris” e comunque a tutti coloro i quali hanno subito i danni per effetto del lungo e ingiusto sequestro. Le azioni che farò per ottenere il riconoscimento in danno dello Stato italiano saranno come tutte le nostre cose, azioni eclatanti”. Nel frattempo Marinagri, Bandiera blu d’Europa, basti dire che è stata realizzata in ossequio a rigidi criteri di ecologia e compatibilità ambientale, prevedendo ad esempio il riutilizzo totale delle acque reflue ai fini irrigui, ha ripreso lentamente il suo percorso dal 2010 dopo un stop forzato di oltre due anni. Ieri mattina, la cittadella turistico-portuale, viveva la sua vita “normale”: porto, barche, hotel, attività commerciali, ristorazione e balneazione, il tutto a Policoro e in Basilicata. Dove va ora Marinagri? A cosa guarda la famiglia Vitale per il futuro? “Noi abbiamo resistito a due “tsunami De Magistris” ed ora resistiamo alla crisi economica, e stiamo programmando il rilancio della città di Marinagri con un’azione di interesse internazionale che porteremo a compimento nei prossimi mesi. Tengo a ricordare due cose importanti: la prima é che Marinagri é una città che ha tre km di fronte mare, che ha tre milioni e mezzo di metri quadri e che é più grande di Montecarlo, ma Marinagri – ha concluso Enzo Vitale – non é un patrimonio della mia famiglia ma di tutta la comunità lucana che ha l’obbligo di difenderla”.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE