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BARLETTA – La causa è chiara: «Un’unica lesione all’addome, che ha colpito organi vitali e provocato uno shock emorragico». A dirlo è il professor Francesco Introna, il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo del 24enne di Barletta ieri pomeriggio. L’esame cominciato intorno alle 16 si è concluso quattro ore dopo. Della morte di Lasala sono accusati il 18enne Ylias Abid, ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del ferimento, e il 20enne Michele Dibenedetto, con il quale la vittima aveva avuto un diverbio e uno scontro fisico la notte fra il 29 e il 30 ottobre scorsi, prima di essere ferito, fuori dal locale “Primo dink and more”, nel centro storico di Barletta.

I due sono accusati, in concorso, di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e il gip ne ha disposto la custodia cautelare in carcere. Secondo gli inquirenti Dibenedetto, resosi conto che Abid aveva un coltello, lo aveva invitato con un cenno a seguirlo all’esterno dove, poco dopo, Dibenedetto sferrava un pugno a Lasala e Abid lo colpiva all’addome. Il tutto originato da un cocktail preteso da Dibenedetto che la vittima non aveva voluto offrirgli. Una ricostruzione, questa, resa possibile dalle immagini di telecamere poste sia all’interno sia all’esterno del locale, oltre che da altri riscontri degli investigatori.

Tornando all’esame autoptico, il medico legale, che ha ritrovato sul corpo del ragazzo anche segni di colluttazione, ha riferito che in ospedale, dove Lasala era stato trasportato dai soccorritori del 118 giunti sul posto, i medici, per tentare di salvarlo, hanno eseguito 21 trasfusioni. «Come cambiare tre volte di seguito il sangue – ha esemplificato Introna. Sangue di cui, come evidenziato dalla difesa di uno degli indagati, l’avvocato Gerardo Matera che rappresenta Abid, non vi sarebbe stata traccia né sul luogo del ferimento né sul coltello sequestrato dai carabinieri.

Sebbene saranno ulteriori accertamenti medico legali a stabilire la compatibilità del coltello posto sotto sequestro con la ferita mortale, Introna spiega che, trattandosi di una ferita di «Piccole dimensioni – non è strano che non vi sia stato un – versamento esterno di sangue». Un altro accertamento riguarderà l’analisi genetica sul coltello sequestrato, per verificare se vi siano tracce compatibili con la vittima. Quel coltello, però, come emerge dalle indagini, sarebbe stato pulito con amuchina.
«Questo renderà le cose più difficili – ha concluso il professor Introna – ma non è impossibile che siano rimaste delle tracce, noi tentiamo».

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