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SANT’ANGELO LE FRATTE – Nell’auditorium delle cantine si è tenuto un importante sul futuro del territorio della valle del Melandro. E’ stato presentato il progetto “Ergameròn – work village”, da candidare all’Unione europea per un possibile finanziamento che potrebbe raggiungere i 4 milioni di euro. Il progetto è stato voluto dall’amministrazione comunale e, allo scopo, si sta costituendo un consorzio pubblico – privato di 30 soggetti economici più il Comune. Gli obiettivi sono ambiziosi ma al tempo stesso originali: recuperare il centro storico, oggi in uno stato di abbandono e fatiscente per farne strutture recettive; recuperare le botteghe artigiane di un tempo per ripristinare antichi mestieri che possono ancora fare economia e farne al tempo stesso palestre formative per un turismo esperienziale; incentivare il turismo che non sia solo quello occasionale ma formativo e faccia uso di ospitalità diffusa e, da ultimo, creare fattorie didattiche. Relatori: Giuseppe Bruno, urbanista, Tiziana Medici, esperta in sviluppo locale, Luciana De Fino e Rosario Carrano, presidente del “Consorzio delle valli italiane”. Sono poi intervenuti anche AgostinoSuperbo, arcivescovo di Potenza, il sindaco di Teggiano, Cimmino,  Stefano Del Lungo, del Cnr di Tito, e il presidente provinciale Confartigianato della Basilicata, Miele e Michele  Ottati, assessore regionale alle Politiche agricole. Il sindaco Laurino, nell’introdurre i lavori, ha definito il progetto «unico perché è il primo in Italia ad essere concepito con uno spirito nuovo, dove il territorio progetta se stesso, diventando ideatore, attore e consumatore e vede coinvolta tuta la comunità».

L’idea  del progetto “Ergameròn” è nata da un idea di Rosario Valisena, membro del nascente consorzio pubblico-privato. Gremita la sala di giovani in cerca di occupazione e di piccole imprese che hanno aderito al costituendo consorzio. Grandi assenti i sindaci della valle che pure erano stati invitati e a cui, pure, la proposta del progetto si rivolge.  «Il campanilismo  e l’individualismo sono stati e continuano a  essere i mali della  regione. Noi dovremmo imparare ad associarci, fare rete e costruire filiere corte se vogliamo sopravvivere. In tal senso i campanilismi hanno il sapore della preistoria e poi giù l’asfissiante burocrazia che rallenta i lavori e blocca le iniziative», così l’assessore Ottati.

Il progetto, così come è stato ideato, immagina 180 turisti al giorno, con una permanenza media sul posto di 4 giorni e tale permanenza al turista costerebbe 506 euro. Si ipotizza che, in un anno, dovrebbero arrivare 65700 persone che vorranno imparare, consumare e godere del paesaggio. La ricaduta sull’occupazione, all’inizio sarebbe di 68 occupati  e precisamente: 25 artigiani, 15 nell’indotto e 15 nella formazione. A regime, gli occupati potrebbero arrivare a 158. I numeri sono ipotizzati da Carrano che, in quanto presidente del consorzio delle valli, metterà la valle del Melandro in rete con le altre ma anche con paesi stranieri là dove il consorzio è presente. 

Insomma bisogna che le  debolezze diventino punti di forza, che la comunità partecipi, e soprattutto occorre uscire dall’isolamento e fare rete.

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