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COSENZA – A Cosenza, si passa dal Campo sportivo militare di Via Roma, all’altro lato della strada, al Campo sportivo Città di Cosenza. È il 28 ottobre 1931, ed è festa nazionale per l’anniversario della marcia su Roma dei fascisti, e con l’amichevole Cosenza-Napoli, vinta dai lupi per 2-1, si inaugura ufficialmente il nuovo e ancora incompleto campo di gioco, descritto dai cronisti con enfasi fascista, bello, spazioso e tecnicamente perfetto.

FOTO – LA STORIA DI MARIO MARTIRE

Nel Cosenza ci sono tanti ragazzi che giocano bene al calcio, come l’ala destra Mario Martire, un giovane festoso e gioviale tra i suoi amici, che dalle corse dietro un raccogliticcio pallone tra i vicoli stretti e bui della città, impegnandosi con entusiasmo e determinazione nel suo compito di attaccante, passa a giocare mediano nel Cosenza per la sua capacità di vedere il gioco. La squadra dei lupi silani, nella stagione 1932-1933, raggiunge un incredibile terzo posto, andando vicinissima alla promozione in Serie B.

Mentre continuano le aggressioni del regime fascista e monarchico ai comunisti, ai democratici cristiani e ai socialisti, Mario Martire, intelligente, esuberante e ardimentoso com’è, realizza il sogno di sempre, diventare aviatore. Così lascia il calcio e Cosenza, per arruolarsi volontario nella Regia Aeronautica e diventare pilota e combattente intrepido. Ancora ventenne è incorporato, con il grado di sottotenente, in uno stormo dei nuovissimi bombardieri trimotore Savoia-Marchetti S.81. Con la sua squadriglia, nel corso del 1936, il sottotenente pilota Mario Martire è inviato in Spagna a sostenere il generale Francisco Franco. Tra le file dell’Aviazione Legionaria, al comando del suo Savoia-Marchetti S.81, opera intensamente durante tutta la guerra civile. Assai ben addestrato e particolarmente talentuoso, Mario Martire domina con i suoi compagni il cielo di Spagna, pressoché indisturbati, sono contrastati occasionalmente dai caccia di costruzione russa Polikarpov I-16. Grazie a una licenza premio il pilota ha l’occasione di poter tornare a Pedace ed essere così festeggiato.

Nel corso della Seconda guerra mondiale, dopo aver compiuto roventi e reiterate azioni sui fronti del Mediterraneo orientale, promosso capitano e più volte decorato per le sue operazioni in Albania, Grecia, Egitto, Palestina e Siria, Mario Martire si arruola tra i partigiani per partecipare alla guerra di liberazione dell’Italia dai nazi-fascisti. Si trova in Veneto, intento a svolgere missioni di collegamento tra gruppi partigiani e reparti speciali delle Forze armate delle Nazioni Unite, quando, il 25 maggio 1944, a seguito della denuncia di una spia fascista, le SS tedesche lo arrestano.

Il giovane calciatore del Cosenza, poi ufficiale della Regia Aeronautica e quindi partigiano, si ritrova così deportato nel Campo di concentramento austriaco di Mauthausen, Lager Gusen, dove muore tra atroci sofferenze il 17 febbraio 1945, a soli 35 anni.

Qualche giorno dopo, a Cosenza, il 25 febbraio 1945, in Piazza XV marzo, Pietro Nenni, davanti ad un enorme folla, pronuncia un forte e polemico discorso minacciando il vento del Nord per spezzare le resistenze reazionarie che ancora ritardano nel Sud la democratizzazione delle istituzioni. Lontano da qualsiasi tipo di compromesso con i Savoia, durante l’infuocato discorso, il leader socialista attacca la monarchia e i ricchi agrari calabresi che la sostengono.

A Cosenza, infatti, circa il 60 per cento della popolazione è in una situazione di gravissima indigenza: l’E.C.A., l’Ente Comunale di Assistenza, distribuisce minestre a circa 7 mila famiglie povere, mentre ad altre 760 sono dati sussidi in denaro.

In tempi di crisi, il calcio giunge in soccorso dell’ordine sociale. Il Campo sportivo “Città di Cosenza” è occupato da sfollati e senzatetto, e quando riparte il campionato nazionale di calcio, l’Associazione Sportiva Cosenza, riprende l’attività dall’altra parte di Via Roma, sul rabberciato Campo sportivo militare. Quando i lupi giocano in casa, insieme alla squadra c’è letteralmente tutta Cosenza in campo, e in questo modo diventano imbattibili, tanto da essere promossi per la prima volta in Serie B.

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