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Vito Bardi

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POTENZA – Bardi lascia fuori dalla giunta regionale Fratelli d’Italia, che passa all’opposizione. Ma i meloniani perdono uno dei loro tre consiglieri, Vincenzo Baldassarre, che dopo un anno di militanza torna battitore libero, si intesta la guida del “partito del presidente”, e conquista l’assessorato all’agricoltura a scapito degli ex compagni. La Lega, invece, conferma entrambi i suoi assessori uscenti, mentre i forzisti sono costretti a cambiarli entrambi. Così il capogruppo azzurro, Francesco Piro, e l’ormai ex assessore alla Sanità, Rocco Leone, si chiamano «fuori» dalla maggioranza, che a quel punto con l’assenza dei meloniani scenderebbe da 13 a 9 consiglieri su 20. Di fatto venendo meno.

È un clima infuocato quello che ha avvolto, ieri mattina, l’annuncio dei nuovi assessori regionali da parte del governatore Vito Bardi. Undici giorni dopo l’azzeramento della giunta deciso per sbloccare le trattative tra i partiti della sua riottosa maggioranza su un rimpasto di giunta annunciato almeno dalla scorsa estate. Chiudendo una crisi aperta agli inizi di febbraio dalla Lega, col «ritiro» – per la verità mai formalizzato – dei suoi due assessori in carica: Francesco Fanelli e Donatella Merra.

Ad avere la meglio, alla fine della fiera, sono stati proprio Fanelli e Merra. Col primo che si è visto confermare la vicepresidenza, ed è stato “promosso” dall’assessorato all’Agricoltura alla Sanità. Mentre la seconda, che inizialmente pareva quella più a rischio tra gli uscenti, assieme a Leone, ha mantenuto sia l’assessorato che la delega alle Infrastrutture e i trasporti.

Rinnovamento totale, d’altro canto, in quota Forza Italia. Con l’ingresso di Dino Bellettieri, che si occuperà di Attività produttive al posto di un altro azzurro, Franco Cupparo, e di Vincenzo Acito all’assessorato all’Ambiente, gestito fino a qualche giorno fa dal meloniano Gianni Rosa. Il “presidenziale” Baldassarre, infine, guiderà il dipartimento gestito negli ultimi 3 anni da Fanelli: l’agricoltura.

La quadratura del cerchio è arrivata ieri mattina dopo giorni di fuoco incrociato sull’accordo raggiunto a martedì tra il governatore e i coordinatori regionali dei tre partiti di maggioranza. Vale a dire il leghista Roberto Marti, il forzista Giuseppe Moles, e il meloniano Piergiorgio Quarto. Accordo che prevedeva la conferma di Fanelli, Merra e Rosa e l’avvicendamento tra Bellettieri e Acito e gli uscenti Cupparo e Leone.

Soltanto lunedì, infatti, dal gruppo consiliare di Forza Italia era arrivata un’ultima indicazione a favore della conferma in giunta di questi ultimi. D’altra parte la permanenza di Rosa è stata contestata con sempre maggiore insistenza da due dei tre membri del gruppo meloniano come Baldassarre e Tommaso Coviello. Contestazione che non si sarebbe fermata neanche dopo l’altolà dei vertici nazionali del partito, decisi a difendere a oltranza Rosa, fedelissimo del partito non eletto alle scorse regionali per un pugno di preferenze, dopo l’abiura, da parte di Bardi, dell’accordo sulla nomina di un secondo assessore di Fratelli d’Italia al posto di uno dei due forzisti.

A dare ascolto alle rimostranze di Baldassarre e Coviello sarebbe stato il governatore in persona, spaventato all’idea che l’accordo raggiunto con i partiti non fosse in grado di garantirgli la maggioranza in Consiglio regionale. Di qui la delega concessa a entrambi, assieme ai suoi più stretti collaboratori, per esplorare una cinquina alternativa che assicurasse alla maggioranza i loro due voti, e indorasse la pillola per Leone, Piro, Cupparo. Cinquina in cui, nel segno del rinnovamento, sarebbe stata confermata la sola Merra, Fanelli si sarebbe avvicendato con Cicala andando alla presidenza del Consiglio, e il posto di Rosa sarebbe stato preso dall’ex parlamentare meloniano Cosimo Latronico. Rendendo meno bruciante la “degradazione” degli altri.

Bardi, Baldassarre e gli altri non si sarebbero scoraggiati nemmeno di fronte al “no” di Cicala, desideroso di restare in Consiglio, e di Latronico, fedele alla linea del partito. Così si è arrivati allo “strappo” di ieri mattina, che a oggi restituisce al governatore la sua giunta, ma lo priverebbe, al tempo stesso, di una maggioranza. Non potendo più contare sui voti di Quarto e Coviello, già rientrato tra i ranghi dei meloniani, e di Piro e Leone.

Nelle prossime settimane, quindi, si vedrà se il governatore sarà in grado di recuperare qualcuno dei suoi, o sarà costretto a tentare un allargamento della maggioranza verso i renziani o un indipendente di fatto come Carlo Trerotola. In questo senso una compensazione per i delusi come Piro e Leone, o un incentivo a nuovi ingressinella coalizione, potrebbe arrivare a stretto giro col rinnovo della presidenza del Consiglio regionale. A scapito delle ambizioni per un secondo mandato del presidente uscente del parlamentino lucano, il leghista Carmine Cicala.

Con l’approdo di Baldassarre in giunta al suo posto in Consiglio regionale dovrebbe subentrare l’anzese Giorgio Di Ioia, storico collaboratore dell’ex decano del parlamentino lucano, il centrista Franco Mollica.

Nei mesi scorsi, per sostenere l’ipotesi di una nomina di Baldassarre ad assessore, Di Ioia aveva anche sottoscritto la tessera di Fratelli d’Italia, ma date le contingenze è più probabile che confermerà l’appartenenza alla lista di elezione: quella dei centristi di Idea.

«Mi dispiace della decisione dei vertici nazionali di Fratelli d’Italia». Questo il commento del governatore sul passaggio all’opposizione dei meloniani. «Ma la mia porta verso gli esponenti locali del partito resta aperta».

«Questa giunta – ha concluso Bardi – è nuova nelle persone e nelle deleghe, perché vogliamo rilanciare la sfida del cambiamento (…) dopo anni di malgoverno».

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