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LA corte di Cassazione

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ROMA – La Cassazione mette la parola fine alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’imprenditore Salvatore Mazzei difeso dall’avvocato Massimiliano Carnovale, confermando la revoca della confisca del suo patrimonio personale, delle società e dei beni dei suoi familiari tra cui la figlia Stefania Mazzei difesa dall’avvocato Giulia Bongiorno per un valore di 200 milioni di euro.

La sesta sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro contro la revoca disposta dalla Corte di Appello di Catanzaro – sezione misure di prevenzione – della confisca disposta nel febbraio 2018 nei confronti dell’imprenditore Mazzei.

LA CASSAZIONE CONFERMA LA REVOCA DELLA CONFISCA A MAZZEI

La vicenda era iniziata oltre 12 anni addietro, con la confisca disposta nell’ambito di un’indagine, avviata nell’anno 2011, inizialmente dalla Procura di Lamezia Terme, successivamente trasferita per competenza territoriale, alla Procura di Catanzaro, volta a ricostruire le origini di un patrimonio asseritamente acquisito in maniera illecita per un valore complessivo pari a 200 milioni di euro (26 società; 67 fabbricati; 13 autocarri; 5 autovetture; 10 macchine operatrici per cantiere; 1 motociclo; 176 appezzamenti di terreno tra cui la cava).

Confisca poi revocata dalla Corte di Appello di Catanzaro – terza sezione misure di prevenzione il 6 aprile 2022. In sede di giudizio di Cassazione, il legale di fiducia di Mazzei, l’avvocato Massimiliano Carnovale, ha controdedotto al ricorso del procuratore generale con ampia memoria con la quale si confutavano i motivi di ricorso della Procura generale avente ad oggetto da un lato l’accertamento di una pericolosità sociale dell’imprenditore Salvatore Mazzei per l’intero percorso esistenziale e comunque  oltre un decennio e dall’altra la sussistenza di un’asserita sperequazione fra patrimonio e reddito anch’essa per oltre un decennio.

LA MEMORIA DIFENSIVA DI SALVATORE MAZZEI

Nella memoria redatta nell’interesse di Salvatore Mazzei, si richiamava l’ampia, diffusa e legittima motivazione del decreto di aprile 2022 della Corte di Appello di Catanzaro, sia in tema di pericolosità sociale sia in tema di sperequazione evidenziando sia la biografia penale che lo status di imprenditore vessato del Mazzei oltre che la tracciabilità e liceità dei redditi dichiarati al fine di dimostrare il giudizio di proporzione anche facendo ricorso alla voce economica sub specie ammortamenti.

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