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Valeria Fedele

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Valeria Fedele era ineleggibile alla carica di consigliere regionale della Calabria. A dirlo la Corte d’Appello di Catanzaro, che ha confermato l’ordinanza del tribunale di Catanzaro.

In Consiglio regionale subentrerà al suo posto Antonello Talerico, che aveva contestato a Fedele l’ineleggibilità in virtù del suo incarico di direttrice generale della Provincia di Catanzaro. La legge 154 del 1981 stabilisce che non sono eleggibili a consigliere regionale «i titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull’amministrazione della Regione, della Provincia e del Comune, nonché i dipendenti che dirigono o coordinano i rispettivi uffici».

La difesa di Fedele aveva contestato innanzitutto l’applicabilità della norma, ritenendola parzialmente abrogata dal Testo unico degli enti locali. Interpretazione rigettata tanto dai giudici del primo grado quanto da quelli dell’appello perché in contrato «sia con la lettera sia con la ratio della norma».

Per Fedele, inoltre, il direttore generale della Provincia non sarebbe “istituzionalmente” preposta a esercitare ruoli di controllo. Non rientrerebbe, insomma, tra le condizioni di ineleggibilità indicata dalla norma del 1981.

Anche in questo caso l’appello non ha condiviso l’obiezione confermando che Valeria Fedele era ineleggibile. L’esame delle norme, non ultimo il Testo Unico, indicano che «il Direttore Generale esercita un controllo sugli atti, sui soggetti e sulle attività, in maniera istituzionale e costante, rientrandosi, quindi nell’ambito di applicazione dell’articolo 2
della legge 154 del 1981».

A rappresentare Talerico gli avvocati Luisa Torchia, Anselmo Torchia e Jole Le Pera.

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