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Giorgia Meloni

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Dubbi sulla ricostruzione del Governo Meloni del naufragio di Steccato di Cutro, che sembra fare acqua da tutte le parti, e le accuse a Frontex

CUTRO – Dubbi su dubbi. Il giorno dopo le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni i dubbi restano, anche alla luce di una ricostruzione del naufragio di Steccato di Cutro che sembra fare acqua da tutte le parti e che verte sull’assenza di segnalazione di pericolo da parte di Frontex.

Almeno questo è il punto di vista degli avvocati dei familiari dei dispersi.

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L’imbarcazione “Summer Love” «ha navigato per tre giorni senza avere nessun problema, è arrivata davanti alle coste calabresi, erano a 40 metri (poi si correggerà: in prossimità della costa, perché forse erano 40 miglia, ndr). La navigazione è andata senza problemi, quando hanno atteso al largo di notte il momento più propizio per sbarcare e non essere intercettati dalle forze dell’ordine, in quel frangente di attesa c’è un incidente: si incagliano, la barca è inadeguata per il viaggio, e succede il peggio».

LA SEGNALAZIONE DI FRONTEX SU CUTRO E LE ACCUSE DI MELONI

Ma il punto dolente potrebbe essere questo. «La segnalazione che fa Frontex è di polizia, non di salvataggio, tanto che l’aereo di Frontex se ne va. Questi sono i fatti. Perché la segnalazione arriva solo quando è in acque italiane? Non lo so», dice Meloni nel chiostro del Municipio, durante l’affollata conferenza stampa tenutasi subito dopo la riunione del Cdm.

Del pool di legali incaricati dai familiari delle vittime fa parte l’avvocato Francesco Verri, che conferma che i dubbi, nel corso dello studio delle carte, si stanno appuntando proprio su questi aspetti. «Frontex sorvola il Mar Jonio perché è impegnato nell’operazione Themis, che consiste in un “migliorato focus a proposito del law enforcement” mentre “ciò continua a includere la ricerca e il soccorso come componente cruciale”», dice il legale.

Il riferimento è sia all’operazione Themis, finalizzata ad aumentare la sicurezza delle frontiere esterne all’Unione europea attraverso il controllo dei flussi migratori irregolari nel Mediterraneo ma anche a fornire assistenza tecnica e operativa anche in materia di Search and Rescue, sia all’articolo 6 del decreto ministeriale del 14 luglio 2003, che disciplina l’attività di polizia marittima e giudiziaria.

IL DECRETO DEL 2003 SULL’ASSISTENZA TECNICA-OPERATIVA IN SAR

L’articolo 6 ha molto a che fare con l’operazione Themis, nell’ambito della quale erano usciti, in seguito alla segnalazione di Frontex, i mezzi della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone che successivamente comunicano il loro rientro per le cattive condizioni meteo alla Guardia costiera.

«Quando in relazione agli elementi meteomarini ed alla situazione del mezzo navale sussistano gravi condizioni ai fini della salvaguardia della vita umana in mare, le unità di Stato presenti, informata la Direzione centrale e sotto il coordinamento dell’organizzazione di soccorso in mare di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 settembre 1994, n. 662, provvedono alla pronta adozione degli interventi di soccorso curando nel contempo i riscontri di polizia giudiziaria».

L’APPLICAZIONE DELLE NORME AL CASO CONCRETO DI CUTRO

Un passaggio che sembra aderire al caso Cutro, poiché le unità navali della Finanza non riescono a intervenire ma girano una segnalazione interforze. Meloni, mentre corre in suo aiuto il ministro Piantedosi che ricorda le informative al Parlamento, però sostiene che la segnalazione di Frontex non è stata recepita come indicante una situazione che richiedeva soccorso. Ma non bisogna essere addetti ai lavori per sapere che in quel tratto di mare Jonio, da decenni battuto da trafficanti senza scrupoli, navigava probabilmente un barcone di migranti, magari senza le minime dotazioni di sicurezza, tanto più che i rilevatori termici dell’aereo Frontex segnalavano la presenza di numerose persone nella stiva.

Lo stesso ministro Piantedosi ricorda che tante operazioni di polizia si sono tramutate in operazioni di soccorso. Meloni a Cutro obietta che l’”incidente” avviene perché «quella barca è inadeguata per il viaggio e succede il peggio». Ma sappiamo che Frontex segnala il barcone e che quella rotta è battuta dai migranti che salpano dalla Turchia e si dirigono verso le coste calabresi. Sappiamo che la Finanza rientra. E che le motovedette della guardia costiera restano ormeggiate al porto.

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