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Giovanni Bombadieri

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Ecco come nella seduta del 4 maggio si potrebbe decidere il caso Bombardieri: gli equilibri all’interno del Csm e la ripartizione dei voti

REGGIO CALABRIA – Domani 4 maggio 2023 la decisione su Giovanni Bombardieri. La V commissione del Csm è decisamente orientata a proporre la riconferma di Bombardieri a procuratore capo di Reggio Calabria. Quattro voti su sei della V commissione, che sceglie per gli incarichi direttivi degli uffici giudiziari, sono per la riconferma del magistrato calabrese.

Un voto forse sarà d’astensione e una sola preferenza dovrebbe andare al candidato antagonista, che è il sostituto Pg di Cassazione, Raffaele Seccia, che nel 2018, partecipò al concorso per l’assegnazione del ruolo di capo della procura reggina. Questi, dopo la nomina di Bombardieri, presentò ricorso alla giustizia amministrativa, che in prima battuta, con i giudici del Tar del Lazio respinse l’istanza, che poi, però fu accolta dal Consiglio di Stato, che annullò la scelta favorevole a Bombardieri.

Il Csm, quindi, chiamato a rivalutare i due “candidati” ridà fiducia a Bombardieri, votandolo all’unanimità. Ma il supremo organo della giustizia amministrativa, lo scorso gennaio, neutralizza per la seconda volta la votazione del Consiglio Superiore, recependo il secondo ricorso di Seccia. In mezzo a questa storia, alcune chat di Bombardieri con Luca Palamara, ritenute irrilevanti pure da magistrati del calibro di Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita, componenti del Plenum del Csm, che unanimemente nominò Bombardieri.

Tre mesi fa, si è insediato il nuovo Consiglio Superiore della Magistratura, che ora si ritrova a dover sciogliere questo nodo, su una delle procure più importati d’Italia. E l’odierna maxi-operazione, coordinata proprio dal procuratore Bombardieri, che ha puntato dritto al “cuore” della ndrangheta, lo dimostra.

Palamara e Bombardieri si conoscono da una vita, essendo entrambi originari della provincia reggina. I due chattavano dai tempi in cui WhatsApp era “in mente Dei” e le chat si chiamavano Sms. Ma se ciò è vero, per cui dopo il “caso Palamara” tale verità merita di essere esaminata rileggendo queste chat (già ritenute irrilevanti dal precedente Consiglio superiore) è altrettanto vero il lungo curriculum di Giovanni Bombarieri, che tutti, pure i ragazzini, possono controllare su Internet, con qualsiasi motore di ricerca. Un curriculum, già nel 2018, molto lungo e pure molto pesante sulla “bilancia” del Csm.

Se la V commissione non voterà all’unanimità Bombardieri, com’è probabile, allora poi sarà il Plenum a dire l’ultima parola. Le attendibili indiscrezioni che pervengono da fonti qualificate, dicono però che la riconferma di Bombardieri sarebbe solo una questione di giorni. Uno in più, uno in meno.

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