X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

Come si concilia il coraggioso Piano Mattei del governo Meloni con la decisione del ministro di negare la strategicità alle due “capitali” della rinascita di questo straordinario progetto Paese? Come si fa a dire no a 2 miliardi di investimenti in Calabria con ciò che significa per il suo porto e la sua industria e altri 2 miliardi in Sicilia con l’Enel che è pronta a fare entrare in funzione Porto Empedocle nei primi mesi del 2024? Si rende almeno conto che se vorrà portare gas e nuova energia non solo in Svizzera ma prima nelle regioni produttive del Nord Italia e poi all’intera Baviera deve partire da Porto Empedocle e da Gioia Tauro, dal vento della costa sarda, dalla energia da marea dello stretto di Messina e in genere dalla Sicilia come dalla Puglia e dalla Campania?

Come si fa a non definire strategici i rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle e perseguire allo stesso tempo l’indipendenza energetica del Paese? Porto Empedocle può entrare in funzione addirittura nei primi mesi del 2024 perché l’Enel ha già fatto molto ed è prontissima a fare quello che ancora manca e il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, si permette di dire che vuole esprimere parere contrario?

Come si fa solo a conciliare ciò che sta facendo in modo coraggioso e sacrosanto il governo Meloni con il Piano Mattei che vuol dire sviluppo alla pari con l’altra sponda del Mediterraneo e fare del Mezzogiorno d’Italia il grande hub energetico e industriale del Mediterraneo, e decidere di negare la strategicità alle due “capitali” della rinascita di questo straordinario progetto Paese?

Viene da chiedersi: il ministro Pichetto Fratin è consapevole di quale sia il governo di cui è membro e di quali siano gli effetti che può determinare un esercizio della sua delega incoerente sul piano strategico e maldestro nelle modalità esecutive? Signor ministro, lei firma l’accordo per dare energia alla Svizzera e vuole rallentare due pezzi assolutamente strategici all’interno della prima rivoluzione verde per fare del Mezzogiorno italiano la piattaforma energetica dell’Europa intera come giustamente ribadisce un giorno sì e l’altro pure il governo di cui fa parte?

Come Paese noi dobbiamo essere attrezzati per ogni evenienza estrema e questa enormità di investimenti vanno a finire nel Pil italiano e nel futuro dell’Europa, guai se li fermiamo. Si rende conto che se vorrà portare gas e nuova energia non solo in Svizzera ma prima nelle regioni produttive del Nord Italia e poi all’intera Baviera e ancora più su lei deve partire da Porto Empedocle e da Gioia Tauro, dal vento della costa sarda, dalla energia da marea dello stretto di Messina e in genere dalla Sicilia come dalla Puglia e dalla Campania?

È possibile che il fatto che parlamentari di tutti i partiti della sua coalizione di governo, compresa la Lega che è un partito comunque del Nord, abbiano presentato un emendamento per farla tornare indietro non la induca a correggere subito un errore così capitale da bruciare ogni sua credibilità e chiudere per sempre la sua stagione di governo? Se non vuole seguire incredibilmente i deputati della sua maggioranza di governo può scegliere, stravaganza per stravaganza, di seguire quelli dell’opposizione che chiedono a gran voce la stessa cosa.

È consapevole o no che la Spagna ha nove, dico nove, rigassificatori e lei si sta prendendo la responsabilità di negare investimenti per due miliardi in Sicilia e in Calabria? Abbiamo inserito Porto Empedocle e Gioia Tauro nella carta di Napoli che è il frutto di un lavoro analitico condotto dall’advisory board del festival Euromediterraneo dell’economia organizzato da questo giornale con Commissione e Parlamento europei dopo avere ascoltato tutte le grandi voci dell’economia e della politica nazionali e internazionali. Su questo punto non si transige come sui massicci investimenti nella energia verde che Repower Eu ha già inviato a Bruxelles e su cui a fine luglio si aprirà un confronto facciale in parte già avvenuto secondo le tipiche modalità europee. Per una volta cerchiamo di non farci del male da soli.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE