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L’appello del papà Valerio Giacoia: «Impariamo la manovra di Heimlich», il bimbo a Cosenza ha rischiato di soffocare salvato dall’intervento di un medico in sala

TUTTO è bene quel che finisce bene. Ma il dramma era davvero dietro l’angolo per Filippo, 8 anni che, l’altra sera, a teatro con i genitori ha rischiato letteralmente la vita. Il bambino, figlio del giornalista Valerio Giacoia, era seduto accanto alla madre, Daniela Biondo, nella platea del Cinema Teatro “Garden”, per assistere allo spettacolo di beneficienza “Canto anch’io, no tu no”, ideato e diretto da Rosa Martirano con l’ausilio di Paolo Mauro a sostegno dei progetti solidali della “Fondazione il Cuore in una goccia” e degli “Operai della Divina Misericordia” di don Antonio Abbruzzini.

Ad un tratto, il piccolo dice di avere fame e chiede di essere accompagnato al bar per comprare un panino. Tornato al posto, cominciano i secondi più lunghi della sua vita: un pezzetto di wurstel si mette di traverso, Filippo diventa paonazzo in volto, non riesce più a respirare. Mamma Daniela chiama a squarciagola il marito, che quella sera presiede la giuria e si trova, pertanto, distante. “Valerio, Valerio”, seguono attimi di panico interminabili. Le luci in sala si accendono e lo spettacolo viene interrotto, in un teatro gremitissimo di pubblico.

COSENZA, BIMBO RISCHIA DI SOFFOCARE, SALVATO DA UN MEDICO PRESENTE IN SALA

Valerio Giacoia si precipita da suo figlio per tentare la manovra anti-soffocamento, fino a quel momento mai eseguita, soltanto vista praticare da altri. Ma è in quel momento che, dalle file posteriori, sopraggiunge un vero e proprio “angelo” in carne e ossa: il dottor Gianluca Dima, oncologo dell’ospedale di Paola, il quale pratica immediatamente al bambino la cosiddetta “manovra di Heimlich”, dal nome del medico statunitense che per primo la sperimentò e la mise in pratica nel ‘74.

Filippo è salvo. Sua madre sviene per la troppa tensione e alla fine deve essere soccorsa anche lei. «Il bambino è stato liberato dall’ostruzione in pochissimi secondi, davvero un miracolo!», racconta Giacoia, tirando un sospiro di sollievo. Ma il giornalista coglie l’occasione per lanciare un importante appello, condiviso anche sui suoi canali social: «Ogni anno in Italia muoiono 50 bambini per soffocamento, la maggior parte dei casi per questioni alimentari. Percentuali più basse riguardano, invece, giocattoli e altri oggetti. Cifre impensabili. Tutto questo perché non sappiamo fare la manovra di soccorso». E annuncia: «Da settembre ho intenzione di lanciare una campagna a tappeto: abbiamo l’obbligo come genitori e insegnanti di imparare a praticare la manovra di Heimlic e di salvare queste vite».

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