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Giorgia Meloni e Francesca Lollobrigida

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Sicurezza alimentare, la presidente del consiglio Giorgia Meloni assicura: «Una Priorità del G7 del 2024 a guida italiana»

Morire di cibo. E non solo per chi non ha accesso ai prodotti alimentari e va così ad allargare la platea dei più fragili della terra (la fame, secondo la Fao, minaccia oltre 122 milioni di persone in più rispetto al 2019), ma anche per chi adotta diete sbagliate. Stili alimentari non salutari uccidono ogni anno 8 milioni di persone.

E’ l’allarme lanciato nella prima giornata dei lavori del vertice Onu sui sistemi alimentari “Food Systems Summit”, in corso a Roma, dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Secondo il rappresentante dell’Oms il cibo si può trasformare in un pericoloso killer. E diventa sempre più attuale il motto del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach “L’uomo è ciò che mangia”.

Quattro, secondo l’Oms le caratteristiche di una dieta sana: fornire calorie adeguate, garantire un equilibrio nella fonte delle energie, prevedere una quantità limitata di zuccheri, grassi carni rosse, cibi processati, assicurare un’ampia varietà di cibi privi di sostanze nocive. In una parola l’identikit della Dieta Mediterranea caratterizzata – ha spiegato l’Oms – da cibi non processati, basata su ortaggi e frutta fresca, olio d’oliva, legumi e pesce, poche carni rosse. Il suo consumo è associato a longevità, a minor rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di cancro, per questo è stata riconosciuta come patrimonio dell’umanità.

Sicurezza alimentare e G7, Meloni: “La dieta mediterranea non è costosa, rispetta il territorio e la biodiversità”

“La dieta mediterranea – ha dichiarato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni – non è costosa, rispetta il territorio e la biodiversità”. Una dieta ben radicata nel Sud ed è proprio dal Mezzogiorno, dal centro strategico di Napoli, che partiranno ricerca e tecnologia per rinnovare i nostri sistemi alimentari. L’Italia – ha spiegato Meloni – investirà nell’agritech, svilupperà nuove tecnologie, partendo dal settore aerospaziale e ne studierà le applicazioni nel campo agricolo”.

Il cibo diventa sempre più centrale nelle politiche italiane e mondiali. “La sicurezza alimentare – ha sottolineato Meloni – è un passaggio fondamentale del cammino per garantire sviluppo e crescita economica e per dare alle persone la possibilità di rimanere nella loro terra. E’ sempre stata -ha aggiunto il premier – uno degli orientamenti principali della politica estera italiana ed è diventata una delle sfide più importanti”. E lo ha compreso bene il presidente della federazione russa, Vladimir Putin che, dopo aver decretato la fine dell’intesa con l’Ucraina per il trasporto del grano, ha intensificato i bombardamenti su Odessa continuando a distruggere i silos di cereali.

Per completare l’azione di destabilizzazione ha anche affermato che la Russia si sostituirà all’Ucraina nell’approvvigionamento di cereali ai Paesi africani rilanciando l’accusa secondo cui il 70% del grano ucraino sarebbe finito in Paesi con reddito medio e alto lasciando a bocca asciutta invece aree povere come Etiopia, Sudan, Somalia, Yemen e Afghanistan. Sulle derrate si gioca dunque una partita delicatissima che rischia di alterare gli equilibri geopolitici, con impatti sulla stabilità economica. Da qualche giorno i listini del grano duro sono tornati sull’ottovolante, ieri è stato un alternarsi di rialzi e ribassi con il risultato di creare terreno favorevole alla speculazione.

Lollobrigida: “Va garantito buon cibo per tutti”

Questo è dunque il contesto in cui i grandi della terra devono tentare di trovare una soluzione e non solo alla fame cronica, perché – come ha detto il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida – “La sfida non può essere solo quella della ricerca di un modello che porti a garantire cibo per tutti. Va garantito buon cibo per tutti.

L’alimentazione non è solo consumo di carburante per esseri umani, ma anche l’elemento centrale di un modello di sviluppo che garantisca benessere, qualità della vita e rispetto dell’ecosistema”. Sicurezza alimentare e sostenibilità sono infatti le facce di una stessa medaglia. La Dieta Mediterranea – ha ribadito il ministro della Salute, Orazio Schillaci – oltre a effetti benefici sulla salute, ha anche un impatto positivo sull’ambiente. Il problema però, secondo Schillaci, è che sono sempre meno le persone che seguono diete tradizionali salutari. I cibi processati infatti sono in netta crescita. E l’aspetto più grave è che non solo non si tenta di porre un argine a questa diffusione, ma addirittura si sta puntando ad andare oltre, sfociando nei cibi realizzati in laboratorio.

La Coldiretti: “Il 50% delle diete dei Paesi sviluppati si compone di cibi ultra-processati”

E’ allarmante – ha sostenuto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – che il 50% delle diete dei Paesi sviluppati si componga di cibi ultra-processati che subiscono parecchie lavorazioni e contengono additivi, ma è ancora più allarmante assistere ai tentativi di promuovere una dieta globale che punta a sostituire i cibi naturali con quelli artificiali. La Coldiretti è tornata ad attaccare l’idea che sta prendendo corpo secondo la quale il cibo del futuro che salverà il mondo deve arrivare dalle provette. Perché solo così, secondo i fautori degli alimenti “coltivati” nei laboratori, si potrà garantire l’ambiente, salvare gli animali e sfamare il mondo. Temiamo però – ha aggiunto Prandini – che dietro queste promesse ci sia la volontà di alcuni uomini e gruppi di interesse tra i più ricchi del mondo di monopolizzare la produzione e vendita di cibo brevettando intere filiere in un bioreattore.

Per l’organizzazione agricola non si tratta solo di una questione economica, ma anche di democrazia. La Coldiretti, che per prima ha scoperchiato il “vaso di Pandora” svelando quanto stava accadendo non solo nei siti industriali americani, ma anche in Europa, in Danimarca, ha invocato il principio di precauzione per la salute dei cittadini e l’ambiente. E il governo ha risposto con un disegno di legge che vieta produzione, vendita e importazione di prodotti sintetici che ha già incassato il via libera dal Senato (a favore maggioranza e larga parte dell’opposizione) ed è ora all’esame della Camera.

Sicurezza alimentare e G7, prodotti 25 volte più inquinanti

Contemporaneamente sono partiti anche gli studi nel nostro paese, mentre quelli di Oms e Fao hanno già segnalato 53 fattori di rischio ed eminenti università degli Stati Uniti hanno stimato che questi prodotti potrebbero essere 25 volte più inquinanti di quelli realizzati naturalmente.

Tante questioni dunque sul tavolo e proprio da Roma, dopo il vertice sulle migrazioni, dovrebbe partire un cambio di passo anche sul tema della sicurezza alimentare che – ha assicurato Meloni – “sarà prioritaria nell’agenda della presidenza italiana del G7 nel 2024″.

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