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Guido Bellini

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Le memorie del comandante generale emerito dei carabinieri Guido Bellini, una vita al servizio dell’Arma e dello Stato

La guerra di Liberazione, la Resistenza, la strage di Nassirya, l’abbraccio col presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi all’aeroporto di Ciampino in partenza per gli Stati Uniti poche ore dopo l’attentato in Iraq. Il terrorismo, il conflitto nei Balcani, le pubbliche calamità, l’incontro in Vaticano con San Giovanni Paolo II. Le missioni di pace delle nostre Forze Armate all’estero, le operazioni di peacekeeping e peaceenforcement, le molteplici questioni controverse della storia d’Italia. 

Temi e vicende di grande attualità e notevole rilevanza storica contenuti nel libro del generale Guido Bellini “Quella volta che…” (225 pagine, Independently Published editore, 20,80 euro). Libro nel quale viene raccontata in maniera chiara, lucida, lineare ed efficace una fase cruciale della nostra vita nazionale. Oltre 60 anni di storia vissuti in presa diretta e analizzati con sapienza, equilibrio e grande onestà intellettuale. Un magnifico viaggio nei ricordi che diventa testamento culturale per le nuove generazioni. 

LE MEMORIE DEL COMANDANTE GENERALE EMERITO DEI CARABINIERI GUIDO BELLINI

Aveva quattro anni ed era seduto sulle gambe del nonno quando la sera dell’otto settembre 1943 ascoltò per radio l’annuncio da parte del generale Pietro Badoglio dell’armistizio firmato a Cassibile tra l’Italia e le forze anglo-americane. E’ uno dei primi ricordi indelebili di Guido Bellini. Originario di Monteroni. provincia di Lecce, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri nel 2002, carriera militare ai massimi livelli (ingresso in Accademia a Modena nel 1958), lunga e intensa vita professionale, incarichi di prestigio nell’Esercito e nello Stato Maggiore, encomi e riconoscimenti a non finire. 

La passione per lo studio l’ha coltivata fin da ragazzo e non per caso ha conseguito lauree in Ingegneria, in Scienze internazionali diplomatiche e in Scienze strategiche. E ora, a 84 anni, nel suo buen retiro di Casalabate (Lecce), il generale Guido Bellini è diventato anche scrittore raffinato e rigoroso. Determinante il ruolo della moglie Rosanna, dei figli Marco e Andrea e dei nipoti Tommaso e Matteo: la curiosità di questi ultimi, in particolare, di conoscere i numerosi episodi vissuti dal nonno nel corso della sua carriera hanno indotto il generale a scrivere il libro dopo aver servito per oltre 45 anni lo Stato contribuendo ad accrescere e a rafforzare il lustro e il prestigio dell’Esercito italiano in patria e all’estero. 

L’INTERESSE PER LA BATTAGLIA CONTRO LA XYLELLA

Da buon filantropo ha proposto anche un piano dettagliato d’intervento per salvare l’olivicoltura in Puglia devastata dalla Xylella, batterio killer che causò la morte di ventidue milioni di alberi con danni incalcolabili all’economia regionale. Nel libro non mancano neppure riferimenti alla pandemia causata dal Covid e al morbo di Parkinson. Quest’ultimo non è stato indulgente con lui e proprio per questo dall’alto della sua esperienza lancia un messaggio: l’unica speranza per combatterlo è la terapia genica a base di cellule staminali. Con il placet di studiosi e scienziati.


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