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COSENZA – E’ una magia, una piccola magia di Natale che si ripete ormai da dieci anni e che i cosentini aspettano con la stessa trepidazione che assale i bambini in attesa dei doni di Babbo Natale. Di cosa parliamo? Di un piccolo presepe, tanto piccolo da poter entrare nella cavità di un albero di Tiglio assalito da tempo dalla cosiddetta malattia dei tronchi, e che costeggia una strada molto trafficata della città: viale della Repubblica. E un giorno, all’improvviso, in quella nicchia fino ad allora anonima, ecco comparire pastori e pecorelle a guardia di una piccola grotta dove Giuseppe e Maria, con bue e asinello alle spalle, offrono al mondo il miracolo della nascita del figlio-salvatore.

E di sera, poi, con le piccole luci che rischiarano quei monti ricavati nelle insenature naturali del legno, è come se la scena prendesse vita e tutto diventasse straordinariamente reale. E magico, al punto tale da indurre a pensare che se quel miracolo sia realmente avvenuto, di certo Gesù Bambino sarà nato proprio in quella piccola grotta all’interno dell’albero.

Chi sia la persona che oggi anno, ai primi di dicembre, allestisce questo piccolo presepe, nessuno lo sa. Si lavora di notte per realizzarlo e i pochi che assistono al rito, sono chiamati ad osservare il voto del silenzio. Negli anni passati anche il calabro-senegalese Mustafà, di osservanza islamica, che gestisce la pompa di benzina difronte all’albero della Natività, ha fatto la sua parte: a lui è stato affidato il compito di accendere al tramonto le lucine del presepe alimentate da una batteria, e spegnerle al mattino.

Quest’anno, però, nonostante l’ora tarda, qualcuno, dai vetri di una finestra ha notato delle persone che lavoravano vicino all’albero di Tiglio e ha subito compreso. Faceva molto freddo e allora, un po’ spinto dalla curiosità, ma non solo da questa, ha deciso di scendere in strada per offrire, a chi ogni anno regala alla città intera quella piccola magia, delle tisane calde. Al piccolo presepe, negli anni, sono state affidate preghiere per gli ammalati, ringraziamenti per grazie ricevute e pensieri in libertà scritti su fogli di fortuna e adagiati delicatamente nelle piccole fessure del legno. Ed è questo, forse, il vero miracolo: le storie di tante esistenze in corsa che improvvisamente si fermano per incontrarsi, attratte da quella minuscola Natività, capace di rivestire ogni cosa di dolcezza e incanto.

Il presepe nell’albero, ai tempi dei social, ha oltre ventimila follower in tutto il mondo. Sono migliaia i commenti che accompagnano ogni anno la sua comparsa su Facebook. E tra i numerosi ringraziamenti all’anima nobile che lo realizza, c’è chi come Erica scrive: «Mia nonna prima di andare a fare la dialisi in ospedale, voleva fermarsi sempre a guardarlo». Quando cinque anni fa qualcuno, durante una scorribanda notturna, decise di distruggere il piccolo presepe nell’albero, ci fu una vera e propria rivolta. I calabresi sparsi in tutto il mondo, non solo condannarono i vandali ma si dichiararono pronti a contribuire alla ricostruzione del piccolo presepe offrendo ogni genere di aiuto e nel giro di qualche giorno fu restituito alla comunità ancora più bello e armonioso di prima, perché tutti vedendolo, potessero continuare a sperare in un giorno migliore, o solo fermarsi un attimo per riprendere fiato.

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