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POTENZA – C’era il sole ieri mattina ad illuminare il lungo corteo, colorato dalle bandiere di Libera, che ha accompagnato Filomena Iemma verso quello che da ieri è il “Largo Elisa Claps”, nel centro di Potenza, a pochi passi dalla chiesa in cui la sedicenne fu uccisa. Un segno di luce ha accarezzato i volti di chi non è voluto mancare ad un momento “storico” per la comunità di Potenza. Dopo aver partecipato ad un primo appuntamento per rinominare il Parco di Macchia Romana “Parco Fiore Bianco”, come il titolo della canzone della fiction Rai sulla morte di Elisa e sulla lotta della famiglia per avere giustizia, in tanti si sono mossi per ribadire l’affetto e la solidarietà alla famiglia Claps che ha dovuto aspettare, tra lacrime e sofferenza, 17 anni prima di poter conoscere parte della verità su quanto accaduto e per poter riavere i resti di Elisa.

L’intervento dei familiari di Elisa Claps

L’area verde, alla periferia del capoluogo di regione, è stato il primo luogo pubblico dedicato alla sedicenne potentina uccisa nel sottotetto della chiesa della Ss Trinità il 12 settembre del 1993 da Danilo Restivo. Alzando lo sguardo verso la targa dedicata alla figlia, mamma Filomena ha sorriso e, a commento della giornata, ha detto di voler ricominciare «un po’ alla volta ad attraversare questa strada. Sono molto serena – ha continuato- è bello vedere la targa per Elisa che da oggi è finalmente libera da quel sottotetto. Per me i discorsi con la chiesa sono chiusi, in questi anni ho incontrato già tre vescovi e per me è un discorso rimosso definitivamente». Mamma Filomena ha, inoltre, sottolineato che «oggi (ieri, ndr) è la giornata più bella che in tanti anni sto vivendo. Sono serena. In quel sottotetto buio e sporco Elisa non c’è più. Oggi è l’ultimo giorno che Elisa è là sotto, ora è fuori».

Numerosi studenti e cittadini hanno affollato il largo davanti alla chiesa della Santissima Trinità per la cerimonia di intitolazione organizzata dall’amministrazione comunale con la partecipazione di Penelope Italia, Presidio Libera Potenza “Elisa Claps e Francesco Tammone”, Vis, Presidio Legalità e Articolo 21. «Come dicono i bambini piccoli delle scuole, Elisa oggi -ha aggiunto Filomena Iemma durante la cerimonia- è una farfalla che vola nel cielo. Sì Elisa, ora sei una farfalla. Oggi, con questa targa, potrò ricominciare a riprendere questo tratto di strada che non faccio da trenta anni. Lascio scivolare come una pioggia tutte le cattiverie. Oggi Elisa ha riavuto la sua dignità, la sua bellezza, la sua ingenuità, tutto ha ricevuto». Per il fratello di Elisa, Gildo quella di ieri è stata «una giornata di luce dal valore altamente simbolico e che la mia famiglia intende come una sorta di riconciliazione con quella parte della città che ha faticato molto ad avere consapevolezza di questa vicenda e a fare i conti con la sua storia, perché la storia di Elisa è stata per 30 anni anche la storia di Potenza. Mi auguro – ha concluso Gildo – che stavolta davvero, nel solco del cammino di riconciliazione che abbiamo intrapreso, ci sia effettivamente la volontà di chiudere questa vicenda anche da parte del nuovo vescovo, monsignor Davide Carbonaro che farà il suo ingresso in città sabato 18 maggio».

In testa al corteo anche il sindaco di Potenza Mario Guarente che ha voluto sottolineare il «giorno straordinario per la nostra comunità perché si sigilla con una targa il ricordo non solo di Elisa ma il ricordo di tante battaglie che la sua famiglia ha dovuto affrontare in questi anni non solo nella ricerca della verità e nella pretesa della verità ma anche in favore a sostegno di tante persone scomparse in Italia». Sui social Guarente ricorda che l’intitolazione è stata decisa all’unanimità in Consiglio comunale. «Questa mattina -ha aggiunto il sindaco- ho provato una delle emozioni più forti della mia vita vedendo, finalmente, gli occhi sorridenti di mamma Filomena». “Largo Elisa Claps” sarà una “pietra d’inciampo” per non dimenticare. Sarà il simbolo della verità emersa, anche se in parte, dal buio ma anche la testimonianza della presa di posizione netta e chiara di una comunità che, come ieri, ha voluto manifestare pacatamente ma con determinazione la necessità di continuare a chiedere giustizia non solo per Elisa ma anche per tutte le vittime della violenza e del silenzio. Nel centro storico di Potenza non ci sarà più solo il ricordo dell’omicidio.

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