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Esilarante “Assassinio
al castello”
Buona la Prima
per    Sipario Aragonese 
in scena a Ferrandina 
con un atto unico
dalla comicità surreale
di MARGHERITA AGATA
FERRANDINA – E’ stato un “delitto perfetto”, l’ “Assassinio al castello” proposto dalla compagnia Sipario aragonese al chiostro di San Domenico. Perfetto il cast: ben assortito come una scatola di cioccolatini, in cui ogni gusto sta bene al suo posto; perfetta la scenografia realizzata dai ragazzi di Pensiero Attivo: positivissimo esempio di collaborazione virtuosa tra associazioni; perfetta la scelta di andare oltre il teatro classico napoletano: accade così che, rovesciando il clichè della fiaba,  Cenerentola diventa principessa senza Scarpetta… Ancora una volta Rosanna Tremamunno, anima e motore  del gruppo, ci aveva visto giusto: la dimensione più in sintonia con le corde degli attori di Sipario Aragonese è quella contemporanea. L’atto unico, reso celebre da Lillo e Greg, dopo qualche esitazione iniziale (lo scotto inevitabile della Prima di fronte al pubblico di casa), scivola via come acqua di fonte. Anche il pubblico, superato lo spiazzamento iniziale per il drastico cambio di genere della compagnia, ride e applaude a scena aperta. Il dective Mallory (un superlativo Giuseppe Dubla) conduce in maniera stringente la sua indagine per scovare il misterioso assassino della contessa, districandosi con gran disinvoltura, tra le pieghe del giallo, anche con gli inconvenienti di scena in un classico esempio di teatro nel teatro. E fa niente che a complicare la matassa ci si metta pure il malore, a piéce appena iniziata di Ashton 1° (un impeccabile Domenico Lafergola). A salvare la situazione provvede prima la “direttrice di scena” Antonella Tricarico che cerca di tranquillizzare il pubblico come può e poi l’ “eroico” Giuseppe Selvaggi che sostituisce in corsa Ashton, imbeccato dal nostro dective che si improvvisa anche maggiordomo all’occorrenza. Tra un flash back e l’altro sulla scena si svelano virtù e debolezze degli indiziati: c’è la maliarda e fatale contessina Margareth, impersonata da Rosa Asmundo, una “prim’attrice” nata,  più vocata a Cecov che al giallo; c’è la piagnucolosa infermiera Greta, una irresistibile Maria Antonietta Tantone dall’improbabile accento teutonico; c’è Saverio Cosentino nel doppio ruolo del folle Harry e del rocker Oscar: in entrambi i casi, uno spettacolo nello spettacolo. E per completare l’opera c’è anche la “contessa” Rosanna Tremamunno: le basta apparire in scena pochi minuti per scatenare l’ilarità generale e lasciare la sua impronta alla commedia. Ma gli applausi alla fine sono per tutti e tutti meritatissimi. Il vero delitto, come anticipava il manifesto dello spettacolo, è stato perderselo. 
m.agata@luedi.it

FERRANDINA – E’ stato un “delitto perfetto”, l’ “Assassinio al castello” proposto dalla compagnia Sipario aragonese al chiostro di San Domenico. Perfetto il cast: ben assortito come una scatola di cioccolatini, in cui ogni gusto sta bene al suo posto; perfetta la scenografia realizzata dai ragazzi di Pensiero Attivo: positivissimo esempio di collaborazione virtuosa tra associazioni; perfetta la scelta di andare oltre il teatro classico napoletano: accade così che, rovesciando il clichè della fiaba,  Cenerentola diventa principessa senza Scarpetta… 

 

Ancora una volta Rosanna Tremamunno, anima e motore  del gruppo, ci aveva visto giusto: la dimensione più in sintonia con le corde degli attori di Sipario Aragonese è quella contemporanea. L’atto unico, reso celebre da Lillo e Greg, dopo qualche esitazione iniziale (lo scotto inevitabile della Prima di fronte al pubblico di casa), scivola via come acqua di fonte. Anche il pubblico, superato lo spiazzamento iniziale per il drastico cambio di genere della compagnia, ride e applaude a scena aperta. Il dective Mallory (un superlativo Giuseppe Dubla) conduce in maniera stringente la sua indagine per scovare il misterioso assassino della contessa, districandosi con gran disinvoltura, tra le pieghe del giallo, anche con gli inconvenienti di scena in un classico esempio di teatro nel teatro. 

E fa niente che a complicare la matassa ci si metta pure il malore, a piéce appena iniziata di Ashton 1° (un impeccabile Domenico Lafergola). A salvare la situazione provvede prima la “direttrice di scena” Antonella Tricarico che cerca di tranquillizzare il pubblico come può e poi l’ “eroico” Giuseppe Selvaggi che sostituisce in corsa Ashton, imbeccato dal nostro dective che si improvvisa anche maggiordomo all’occorrenza. Tra un flash back e l’altro sulla scena si svelano virtù e debolezze degli indiziati: c’è la maliarda e fatale contessina Margareth, impersonata da Rosa Asmundo, una “prim’attrice” nata,  più vocata a Cecov che al giallo; c’è la piagnucolosa infermiera Greta, una irresistibile Maria Antonietta Tantone dall’improbabile accento teutonico; c’è Saverio Cosentino nel doppio ruolo del folle Harry e del rocker Oscar: in entrambi i casi, uno spettacolo nello spettacolo. E per completare l’opera c’è anche la “contessa” Rosanna Tremamunno: le basta apparire in scena pochi minuti per scatenare l’ilarità generale e lasciare la sua impronta alla commedia. Ma gli applausi alla fine sono per tutti e tutti meritatissimi. Il vero delitto, come anticipava il manifesto dello spettacolo, è stato perderselo.

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