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Angelo Salinardi

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POTENZA – Ci sarà anche Angelo Salinardi tra i candidati che si contenderanno la fascia tricolore alle elezioni del 12 giugno a Ruoti. Nonostante le accuse di persecuzione ai danni dell’attuale prima cittadina, Anna Maria Scalise, per cui a febbraio è finito agli arresti domiciliari ed è tuttora sottoposto al divieto di avvicinarsi alla sindaca uscente.

Nei giorni scorsi, infatti, sono comparsi i primi manifesti con la sua immagine e il simbolo della lista “Insieme per Ruoti” all’ingresso di un locale in piazza San Vito, nel centro del paese. Locale dove con ogni probabilità verrà istituito il comitato elettorale dell’imprenditore 73enne, che ambisce al suo terzo mandato da primo cittadino dopo il decennio 2007-2017, e il travaglio degli ultimi 5 anni.

Col sostegno offerto alla candidatura e all’elezione della potentina Scalise, convinta a correre per un incarico istituzionale in un paese non suo in ragione della loro antica amicizia, e poi la clamorosa rottura con quest’ultima, capace di allearsi con uno storico nemico di Salinardi come Franco Gentilesca. Quindi di assemblare una nuova maggioranza in consiglio comunale capace di garantirle i voti necessari per il prosieguo della sua amministrazione.

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Quanto ne è seguito resterà ancora a lungo oggetto di discussione nelle aule giudiziarie, dove Salinardi deve rispondere di aver attrezzato una «macchina del fango» per costringere Scalise alle dimissioni. Un meccanismo infernale, che secondo i pm sarebbe stato manovrato dall’ex consigliere regionale e attuale capo ufficio stampa della Provincia di Potenza, Luigi Scaglione, che avrebbe arrotondato lo stipendio, preparando e diffondendo comunicati in cui la sindaca veniva accusata, tra l’altro, di una relazione extra coniugale – inesistente – con Gentilesca. Comunicati a cui si sarebbero aggiunte una serie di querele temerarie intentate nei confronti della prima cittadina da Salinardi e altri consiglieri della sua vecchia maggioranza, con l’obiettivo di fiaccare le resistenze della prima cittadina di fronte alla prospettiva di doversi difendere in Tribunale «per 20 anni».

A meno di sorprese, tra i rivali di Salinardi dovrebbe esserci ancora una volta lo stesso Gentilesca.

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Resta da capire, invece, che deciderà di fare il Partito democratico, chiamato a uscire da un’ambiguità problematica data l’estrazione politica di centrosinistra di Salinardi. Basti pensare alla solidarietà mista a rimprovero espressa nei confronti della prima cittadina Scalise, all’indomani del blitz contro i suoi presunti persecutori. Rimprovero avente per oggetto la sua mancata presa di distanze da Salinardi già durante la campagna elettorale del 2017, e in particolare nel comizio finale, quando l’ex sindaco disse che, in sostanza, sarebbe rimasto lui a guidare il Comune.

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In preparazione vi sarebbe una terza lista di ispirazione democratica guidata dal rappresentante del comitato “L’altra Ruoti”, Leonardo Pizzuti. Non è chiaro, però, se di qui al 14, che è il termine per la presentazione di liste e candidature questa terza lista riuscirà effettivamente a raggiungere un numero di adesioni sufficienti. Il rischio concreto, infatti, è quello che pezzi di Pd e alleati optino per il sostegno a Salinardi nonostante tutto. D’altronde negli ultimi 40 anni i Salinardi hanno amministrato Ruoti in maniera quasi continuativa, assicurando un relativo benessere generale grazie anche ai posti di lavoro dispensati nelle aziende di famiglia.

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Non pervenuto, invece, il centrodestra.

Salinardi, Gentilesca e Scalise si erano sfidati anche alle elezioni regionali del 2019, correndo in tre liste diverse a sostegno del candidato di centrosinistra Carlo Trerotola: Trerotola presidente per Salinardi; Progressisti per Gentilesca e Pd-Comunità democratiche per Scalise.

Le indagini a carico di Salinardi, Scaglione e gli altri per la persecuzione alla prima cittadina risultano tuttora aperte, e nelle prossime settimane potrebbero finire in Cassazione per i ricorsi contro le misure cautelari tuttora pendenti.

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