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Mario Oliverio, candidato alla presidenza della Regione Calabria

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LE STOCCATE di Mario Oliverio sulla sanità calabrese al confronto fra candidati governatori competitor, organizzato a Lamezia da Assomed, sono state sicuramente uno dei momenti più vivaci dell’atteso appuntamento di ieri pomeriggio.

Oliverio, alla sua prima uscita pubblica da candidato governatore, è stato l’unico a poter alzare la voce – è lo ha fatto più volte – su alcune gravi criticità della sanità regionale, non fosse altro, per il fatto che lui, a differenza degli altri candidati antagonisti presenti (c’erano al tavolo del dibattito pure Amalia Bruni e Roberto Occhiuto, mentre mancava, per precedenti impegni, Luigi de Magistris), le ha vissute in prima persona nel quinquennio (2014-2019) in cui è stato presidente della Regione.

E bisogna ammettere che Oliverio, pur non avendo responsabilità dirette sul comporto sanitario (commissariato dal governo dal 2010 a oggi), alcune questioni le aveva sollevate davvero. Purtroppo, invano.

LA STOCCATA SUL DEBITO E L’ADVISOR

L’ex governatore dem ha criticato tutti i partiti «nessun escluso» per averlo lasciato solo, quando da governatore calabrese, denunciava certe storture, che poi hanno determinato, anziché risolverlo, un incremento del disavanzo della sanità regionale, che oggi, soprattutto con riferimento all’Asp di Reggio, raggiunge cifre esorbitanti, con l’aggravante che i vari commissari che sono succeduti alla guida dell’azienda sanitaria reggina in dieci anni, non sono neanche riusciti, addirittura, a quantificarlo questo “benedetto” debito da appianare.

«Mi fa piacere che adesso in coro, pure su recenti talk show televisivi, si alzi la voce contro i commissari – ha detto Oliverio – io l’ho fatto da solo. E sul debito bisognerebbe chiedersi come mai l’Asp di Reggio Calabria, che negli ultimi 15 anni, 10 li ha passati sotto gestione commissariale per infiltrazioni, non è mai riuscita a quantificarlo. Mi ero permesso di chiedere al governo di non rinnovare la convenzione con l’advisor contabile e il ministero dell’Economia è intervenuto d’imperio. Ciò ci è costato 11 milioni e mezzo».

In molti, infatti, si chiedono: che senso ha pagare tutti questi soldi a una società privata per far quadrare la contabilità, se poi, i bilanci, all’Asp di Reggio Calabria, non vengono approvati dal lontano 2013? L’advisor fa il suo lavoro ogni anno, e magari lo fa anche bene, ma se poi il bilancio annuale salta, è come pagare una ditta per costruire una casa, che però poi viene lasciata senza tetto. I soldi spesi per la costruzione dei muri a che sono serviti se poi il tetto (il bilancio) non viene realizzato?

LA STOCCATA SUI CANDIDATI E LA SANITÀ PRIVATA

«Io sono per un privato che integra il pubblico – ha sottolineato Oliverio – e non per un sistema che viene alimentato da una carenza del servizio pubblico scientemente determinata, il che diventa una spirale perversa. Ho visto che Roberto Occhiuto ha chiesto l’esame delle liste alla commissione Antimafia. Io suggerisco a Occhiuto – ha concluso Oliverio – di fare una valutazione pure sui candidati che sono portatori di interessi nella sanità privata».

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