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Un momento del sopralluogo delle tele del Santanna

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PETILIA POLICASTRO (CROTONE) –  Possono passare 22 anni dal restauro di opere d’arte spendendo un bel po’ di risorse e non essere ancora fruibile? In Calabria sì. La vicenda è quella delle tele del noto pittore Santanna (nato a Marano Marchesato nel 1735 e morto a Rende nel  1805) che erano poste sul soffitto raffiguranti e sui lati del tetto con scene bibliche e della passione di Cristo. Tele di gran rilievo artistico tanto che la Soprintendenza le ha restaurate a partire dal 1998 per finire il lavoro  nel 2000. Da allora, però, per cause diverse, non è state possibile ancora reinstallarle  sul tetto ed ai lati, che attualmente ospitano delle stampe.

La mancata ricollocazione è dipesa dalle continue infiltrazioni di acque meteoriche dal tetto. Dopo varie vicissitudini (nell’elenco manca solo l’invasione delle cavallette o di alieni sic!) lunedì 14 giugno c’è stato un sopralluogo nella struttura religiosa della Soprintendente Stefania Argenti accompagnata da una delegazione della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone. Insieme alla soprintendente, erano presenti il sindaco di Petilia Policastro, Simone Saporito (che recentemente aveva sollecitato un intervento in merito) il vicesindaco Carmelo Garofalo, l’artista Romolo Rizzuti e a frate Alessandro della famiglia mariana “Le Cinque Pietre” che attualmente gestisce la struttura.

Il convento santuario, dopo secoli, proprio recentemente è passato nuovamente di proprietà del Comune. Il sopralluogo ha interessato tutta la struttura del convento che ha una storia antica, finalizzato proprio alla ricollocazione delle tele pittoriche del Cristoforo Santanna che impreziosiscono la volta del Santuario, smantellate oltre  20 anni fa. Inizialmente le 500 tavole interessate al restauro erano sparse per il convento, ma dopo uno stop subito dal cantiere per la sistemazione del tetto della struttura, erano state conservate in una stanza, secondo precise indicazioni tecniche della stessa Soprintendenza.

L’esito del sopralluogo, però, ha constatato, come si evince da una nota del Comune di Petilia Policastro in merito  «le tavole, seppur ben conservate, necessitano ancora di essere restaurate. Infatti, l’amara scoperta da parte di tutti i presenti è stata appunto scoprire che solo le tele laterali sono state restaurate, mentre le circa 500 tavole della volta lignea sono state solo consolidate». La Soprintendente, sempre secondo la nota del Comune  «si è dimostrata sin da subito particolarmente determinata ad effettuare, con tempestività, con i fondi già a disposizione, l’adeguamento strutturale della copertura, propedeutico al rimontaggio delle tele ed a sviluppare un progetto adeguato alla loro naturale ricollocazione».

Il sindaco Saporito ha sottolineato come i rappresentanti della Soprintendenza «hanno visitato con attenzione tutti i siti interessati  ma non si sono potuti del tutto pronunciare, anche perché era normale che fosse così; per loro, si apre ora un’attenta fase di riflessione suggerita dagli elementi oggettivi che si ritrovano a dover valutare». Ricorda, inoltre, che «certamente altre risorse economiche serviranno per poter completare la ricollocazione delle tele ed importante sarà l’esito del progetto Cis (di circa  2.500.000 euro) e Pnrr (di  1.000.000 di euro) che l’amministrazione comunale ha già candidato nei giorni e mesi scorsi appositamente per il Convento-Santuario della Santa Spina, nonché le risorse che la stessa Soprintendenza potrà ottenere».

L’idea è quella  di realizzare proprio all’interno del Convento-Santuario la restaurazione delle tele pittoriche, realizzando con esperti dell’Istituto centrale per il restauro (Icr), dei laboratori didattici. Per la cronaca, nel settembre 2017 l’allora rettore del santuario della Santa Spina, don Giuseppe Marra, che ancor prima del sindaco per anni ha segnalato il problema alla Soprintendenza, aveva annunciato la fine dei lavori di sistemazione e messa in sicurezza del tetto del Santuario. Lavori, durati circa un mese, che hanno riguardato  la sistemazione e messa in sicurezza di quella parte del tetto della Chiesa non completata dall’intervento precedente della Soprintendenza. In pratica,  la stessa soprintendenza era intervenuta ma non aveva risolto il problema, e così è partita l’iniziativa popolare “Ripara la mia casa” con una raccolta fondi da parte dei fedeli. I lavori di completamento  sono costati 20.900 euro. Il rettore,  evidenziò nell’occasione che «tre circostanze hanno determinato il percorso: la Soprintendenza che non ha completato i lavori; la nostra proposta di completamento dei lavori con fondi propri (rivolta alla Soprintendenza), ha avuto risposta negativa con l’invito a predisporre un nuovo progetto; prima dell’autorizzazione la Soprintendenza ha richiesto una documentazione integrativa della quale era certamente era in possesso avendo realizzato parte dei lavori».

Prima della ristrutturazione del tetto, il  santuario è stato chiuso a seguito della verifica effettuata dai vigili del fuoco il 5 agosto 2013, dopo il crollo di frammenti di intonaci e cornicioni». Dopo il sopralluogo e le annesse cattive sorprese, si spera che per vedere le tavole lignee del Santanna nel santuario della Santa Spina non debbano passare alri 20 anni.

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