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Junior Messias esulta a Madrid dopo aver segnato all'Atletico

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CROTONE – Di Junior Messias si è detto praticamente tutto. La sua storia, definita da molti come una favola, è stata raccontata in mille modi. L’“Atleta di Dio”, definizione che gli piace particolarmente visto la sua incredibile fede, ha avuto la forza di far esultare tutti: tifosi del Milan, ma anche delle altre big e delle provinciali italiane. Basta fare un rapido giretto sui social per rendersene conto.

Dal lavoro come fattorino ai campionati Uisp, dal Casale al Gozzano, fino ad arrivare al Crotone e infine al Milan.  Eppure chi lo ha conosciuto davvero sa che quella di Walter Junior non è una favola, piuttosto una bella storia da raccontare. Perché nelle favole le cose accadono per magia, lui la sua vita se l’è costruita centimetro dopo centimetro, fino ad arrivare al Wanda Metropolitano. Un colpo di testa, un gol che vale la vittoria al Milan nel suo esordio in Champions. Le dita al cielo, come sempre, a ringraziare chi in una notte lo ha tolto dalle lamiere di un’auto finita fuori strada dopo qualche bicchiere di troppo per regalargli una nuova possibilità.

Ed è lì, quel giorno, che Messias ha cambiato vita. Dopo la Lega Pro arriva al Crotone, ovviamente per lui è un sogno, nelle gerarchie è l’ultimo e non si sa bene se giochi a centrocampo o da seconda punta. Stroppa lo battezza attaccante, si muove vicino e a sostegno di Simy. Il primo gol arriva nell’ultima del girone d’andata, il resto è storia che tutti conoscono. Si presenta in Serie A nella gara con il Genoa, una finta che fa fuori tre persone e in tanti iniziano a seguirlo da vicino.

Questa estate il suo futuro sembrava ormai scritto: il Torino. Lì ha i suoi amici, le sue radici italiane. La società granata però si tira indietro per un paio di milioni (sui 10 totali chiesti dalla società pitagorica). Negli ultimi giorni arriva il Milan. E qui il pensiero va alle dichiarazioni post gara di mercoledì sera: «Ringrazio chi mi ha permesso di essere qui». Tra questi c’è il presidente Vrenna, che pur di accontentarlo ha deciso di mandarlo in prestito ai rossoneri, senza alcun obbligo di riscatto. Un rischio, visto che Junior ha 31 anni e il riscatto è fissato ad una cifra importante. «Ma lo abbiamo voluto accontentare, se lo merita» spiegò il patron.

E così è stato. Chi lo conosce, però, sa che il bello deve ancora venire.

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