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COSENZA – Non essendoci riuscita con gli appelli al dialogo e alla concertazione, alla fine l’opposizione si è rivolta allo Statuto. Tramite questo ieri è riuscita, a sorpresa, a bloccare l’approvazione del disegno di legge della giunta regionale che riorganizza i settori dei rifiuti e dell’acqua in Calabria.

E’ stato il consigliere del Pd, Ernesto Alecci, nella dichiarazione di voto, a chiedere se per leggi istitutive di questo tipo ci voglia, per l’approvazione, una maggioranza qualificata dei 2/3. Il tutto alla luce del comma 3 dell’art. 54 dello Statuto della Regione. Qualcuno avrebbe voluto far leggere al presidente Occhiuto anche il comma precedente, ma ieri quello che rilevava era appunto il terzo comma in base al quale “Con legge approvata a maggioranza di due terzi dei componenti del Consiglio regionale, la Regione può istituire enti, aziende e società regionali, anche a carattere consortile, con enti locali o con altre Regioni, nonché partecipare o promuovere intese, anche di natura finanziaria”.

La mossa ha preso in contropiede il presidente del consiglio Filippo Mancuso, che di mestiere fa il commercialista, e che si è visto costretto a sospendere la seduta per consultarsi con l’ufficio legislativo, premettendo che non si stava costituendo una società consortile. Sono consultazioni frenetiche sul triangolo Mancuso-Occhiuto-ufficio legislativo. Dopo tre minuti la seduta riprende con Mancuso fermo sulle sue posizioni ovvero sul fatto che quell’articolo non può applicarsi alla legge in discussione che ha come fine solo la riorganizzazione del settore. Ma Antonio Lo Schiavo (DeMa) ribatte subito che l’articolo 4 comma 1 della proposta prevede l’istituzione di un nuovo soggetto: l’Autorità unica. Per l’assessore al Turismo Fausto Orsomarso però «non c’è più tempo» da perdere, l’estate e sopratutto i bandi del Pnrr sull’idrico sono alle porte.

Il capogruppo del Pd, Nicola Irto, fa notare che una cosa è l’urgenza, un’altra cosa è il merito della legge: «Quando lo Statuto dice che ci vuole una maggioranza qualificata è per evitare che una minoranza possa strumentalizzare i lavori». Davide Tavernise (M5s), che ha presentato tre emendamenti, sottolinea che dall’accoglimento o meno di tali suggerimenti dipenderà il voto del suo gruppo. Il capogruppo dell’Udc, Giuseppe Graziano, prova a spiegare che la legge non riguarda l’istituzione di nuove società, dando forza alle argomentazioni del presidente Mancuso.

Sulla stessa scia l’intervento del presidente Occhiuto. «Esiste un bando del PNRR in scadenza il 17 maggio che consentirebbe il recupero di somme importanti. E’ stato chiesto al Governo la previsione di una data ulteriore per il mese di ottobre, ma non è detto che ciò avvenga». Per questo invita l’aula a votare  la proposta poichè il limite previsto dallo Statuto è riferibile alle società consortili». «Sono cosciente del fatto – ha detto il presidente –  che a volte per la voglia di far presto e bene non ci prendiamo il tempo per eventuali liturgie. In questi ambiti la Calabria non ha avuto un centesimo dal Pnrr e non possiamo fermarci perché rischiamo di perdere questa sfida. Quello che sta facendo questo governo forse andava fatto già prima».

Occhiuto sottolinea come, approvando la legge oggi, «non dia nemmeno certezze di recuperare le risorse messe a bando col React-Ue. Ben venga il dibattito, ma non posso permettere che la Calabria persa circa 100 milioni di euro per una questione interpretativa». Ma è evidente che la maggioranza non è affatto convinta delle sue tesi. Così il presidente Mancuso sospende nuovamente la seduta per un confronto con i capigruppo.

Nella breve riunione si provano aperture verso la minoranza a partire dall’accoglimento di due dei tre emendamenti proposti da Tavernise. Tutto inutile perchè l’opposizione sente di essersi ormai involata verso una porta vuota. Nessuno fa un passo indietro così il presidente Mancuso decide, una volta tornati in aula, di rinviare la trattazione del punto ad un prossimo consiglio ad hoc che si terrà il 19 aprile.

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