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La visita di Roberto Occhiuto al centro vaccinale di Cosenza delle scorse settimane

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COSENZA – Roberto Occhiuto si è scelto le sue carte. Nel mazzo ha preso anche un asso come Agostino Miozzo, oltre ai due esperti avvocati Ettore Jorio e Ettore Figliolia e l’editore Gaetano. Poteva scegliere chi voleva ed ha scelto loro di cui evidentemente si fida molto. D’altronde i curriculum dei consulenti non ammettono repliche. Adesso però servono con una certa urgenza i risultati perchè il virus morde come non mai e la situazione degli ospedali sembra tornata quella dell’inverno scorso: tutto esaurito o quasi.

Di certo i soldi non sono un problema. La Calabria non ha mai avuto tanti soldi come adesso da investire nella sanità tant’è che c’è chi dice che in questo momento sono la prima voce in bilancio regionale. Nel fare una breve ricognizione dei finanziamenti disponibili, si resta davvero a bocca aperta.

Si parte dal Patto per lo Sviluppo sottoscritto dall’allora Governo Renzi nel lontano 2016 con la delibera 160. Qui erano previsti 662.552.253 milioni di euro da destinare ad edilizia sanitaria e in particolare per i nuovi ospedali di Cosenza e Catanzaro e per il potenziamento e l’adeguamento di altri nosocomi come quelli di Lamezia e Crotone. Finanziamenti tutti confermati dalla delibera Cipe n° 26 del 2016. Ci sono poi i fondi destinati sin dal 1996 per realizzare le otto case della Salute, mai avviate. A questo vanno aggiunti circa 96 milioni di euro finanziati nel 2018 per l’acquisto di attrezzature tecnologiche nelle Asp e aziende ospedaliere calabresi.

Ancora. Abbiamo i circa 500 milioni con cui nel 2005 sono stati finanziati i tre nuovi grandi ospedali: quello della Piana (di cui non esiste nemmeno il progetto definitivo); della Sibaritide (ad oggi si sono realizzare sono le fondamenta) e di Vibo Valentia (si è solo riusciti a mettere in sicurezza l’area, ad alto rischio idrogeologico, su cui dovrà sorgere il nosocomio). Per mettere ordine a tutta questa situazione la presidente Santelli chiese ed ottenne una convenzione con Invitalia, contenuta nel Dca di aprile 2020 a firma di Cotticelli dove venivano minuziosamente elencate tutte le opere da realizzare. Il tutto per un importo totale di un miliardo e 155 milioni.

Ma non è mica finita qui perchè c’è una delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevede l’utilizzazione di centinaia di milioni di fondi Inail per l’edilizia sanitaria in Calabria. A tutto questo, naturalmente, dobbiamo aggiungere i fondi del Pnrr che possono rappresentare la vera riforma della sanità calabrese visto che permetteranno di costruire una rete di assistenza territoriale che al momento in Calabria è assente e che contribuisce all’imbuto che si crea negli ospedali. Si tratta quindi di fondi che si trascinano da anni senza essere spesi mentre la sanità in Calabria va sempre più a fondo. Basta leggere qualche dato. In dieci anni di commissariamento i calabresi hanno speso circa un miliardo di euro in più rispetto agli altri italiani a causa delle addizionali Irap e Irpef portate al massimo per coprire il piano di rientro.  Purtroppo non è bastato a sanare il deficit che anzi è aumentato.  Di contro sono diminuiti i Lea (livelli essenziali di assistenza).

I dati statistici dicono che i calabresi hanno un’aspettativa media di buona salute ferma a 52,9 anni contro i 67,7 di media nazionale. Che i posti letto sono scesi di circa il 40% dal 2000 al 2013, che il personale dal 2011 al 2017 e diminuito del 17%, ma con l’introduzione di “quota cento” si rischia di sfiorare il 30. Insomma tutti numeri che fanno dire che il commissariamento è stato un fallimento. Bisogna però chiedersi se la coincidenza fra il presidente della giunta regionale e il commissario nella persona di Roberto Occhiuto sia da salutare come condizione sufficiente per uscire da questa incredibile situazione. Probabilmente no se non cambiano le regole d’ingaggio da parte del Governo.

Occhiuto e i suoi consulenti se vogliono ottenere il successo che tutti i calabresi si augurano devono mostrare i muscoli a Roma e chiedere il definitivo sblocco del turn over e la possibilità di un piano straordinario di assunzioni altrimenti sarà inutile costruire scatole (sanitarie) vuote. Su questo la Calabria è già in forte ritardo perchè mentre le altre regioni hanno utilizzato i fondi Covid per effettuare assunzioni, da noi quei quattrini sono rimasti nei cassetti. Serve rendere appetibile venire in Calabria con ipotesi di contratti a tempo indeterminato e magari qualche bonus extra che si può prendere dai fondi Covid.

L’altro punto è accelerare sull’edilizia sanitaria e le nuove tecnologie. Per gran parte dei finanziamenti è prevista una quota riservata per l’acquisto di nuove attrezzature. Questo permetterebbe di avere davvero una sanità all’avanguardia. Servirebbe un modello in stile Ponte Morandi a Genova per dare impulso immediato a queste opere e ottenere risultati in tempi relativamente brevi. Su queste direttrici dovrebbe muoversi il presidente/commissario perchè inseguire la semplice riduzione del debito senza una strategia di riforma complessiva come avvenuto in passato non può che portare all’ennesimo fallimento.

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