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La Germania è in recessione e nessuno lo dice. L’Italia ha un’economia che corre e nessuno lo dice. La verità è che il modello manifatturiero tedesco è imballato mentre quello italiano ha trovato vigore perché ha fatto più investimenti nei processi produttivi e in ricerca e esprime un modello diversificato flessibile più dinamico su tutti i mercati. I tedeschi basavano la loro economia sulla Russia che dava loro l’energia a basso costo e sulla Cina che dava loro la tecnologia e comprava molti dei prodotti che i tedeschi facevano con quella stessa tecnologia. La Germania vendeva poi in un’Europa a tasso fisso senza ricambiare con altrettanti acquisti di prodotti europei, non rispondendo mai dei suoi surplus commerciali e mettendo in crisi con l’austerità greci, spagnoli, italiani. Ora non è più così. Il mondo si è capovolto. Guida l’asse Sud-Nord, con l’Italia e il suo Mezzogiorno in prima fila, e i cinesi fanno la guerra ai tedeschi. Il giocattolo si è scassato.

La Germania è in recessione e nessuno lo dice.  L’Italia ha un’economia che corre e nessuno lo dice. La prima banca tedesca è il punto massimo di rischio per la stabilità bancaria europea e nessuno lo dice. La prima banca italiana è il punto massimo di stabilità finanziaria in Europa e nessuno lo dice. Siamo il Paradiso degli investitori perché conoscono i fondamentali della nostra economia e speculano sulla politica masochista interna che eleva i rendimenti, ma anche questo nessuno si permette di dirlo perché piace crogiolarsi nella lagna dell’ex fanalino di coda europeo.

La verità è che il modello manifatturiero tedesco è imballato mentre quello italiano ha trovato vigore perché, a differenza dei tedeschi, ha fatto più investimenti nei processi produttivi e in ricerca. Perché il nostro è un modello diversificato più flessibile e dinamico su tutti i mercati del mondo. I tedeschi basavano la loro economia sulla Russia che dava loro l’energia a basso costo e sulla Cina che dava loro la tecnologia e comprava molti dei prodotti che i tedeschi facevano con quella stessa tecnologia. Il giocattolo si è scassato anche perché la Germania vendeva poi in un’Europa a tasso fisso senza svalutazione dei suoi prodotti e senza mai ricambiare con altrettanti acquisti di prodotti europei.

Loro vendevano a noi le loro  Mercedes ma loro non compravano l’abbigliamento medio-basso italiano in un rapporto comparabile. Le famiglie tedesche andavano a fare acquisti all’Ikea. La stessa cosa ancora di più è avvenuta con spagnoli, greci, portoghesi e così via che si sono sempre più indebitati per fare questi acquisti tedeschi e sono stati ricambiati con l’austerità che li ha fatti saltare per aria. In modo diverso il fenomeno ha riguardato anche l’Italia. Aumentava così il surplus commerciale tedesco che finisce con il creare il più grande squilibrio che mina dall’interno le fondamenta dell’Europa. Anche perché loro gasatissimi aumentavano sempre i prezzi delle loro macchine e le vendevano anche ai cinesi. Adesso il giocattolo si è rotto e molto presto se la dovranno vedere proprio con le auto elettriche cinesi in vendita a un prezzo molto più a basso e dirette alla conquista dell’Europa. Non emerge una strategia industriale tedesca all’altezza della delicatezza della situazione e persiste una debolezza di leadership politica che non aiuta.

Il mondo si è capovolto e nessuno lo dice. Il mondo si è capovolto perché ha sostituito l’asse strategico Est-Ovest messo in crisi dai carri armati russi in Ucraina con quello Sud-Nord producendo il doppio risultato della marginalizzazione tedesca e l’espansione senza precedenti dell’economia Italiana con il suo Sud che cresce finalmente più della media europea.

Ebbene, nel più malato dei dibattiti pubblici europei qual è quello italiano, la notizia del giorno è Lucia Annunziata che lascia la Rai. Questa notizia riesce addirittura a scalfire il primato dovuto alla notizia di una delle regioni più vitali del Paese, l’Emilia-Romagna, sommersa da un carico di morti e di fango nel giorno in cui riceve la visita congiunta della Presidente della Commissione europea, von der Leyen, e della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Un segno di vicinanza e di azione a una popolazione generosa e combattente ma ridotta allo spasimo che mette in evidenza il peso economico e morale di qualcosa di così profondo che dovrebbe imporre allo spirito comune di tutti almeno comportamenti adulti.

Avevamo aperto il giornale qualche giorno fa parlando di miracolo economico italiano mettendo a confronto il +12,3% di Pil dell’Italia in tre anni contro il +4,7% della Germania sommando dati certi per nove trimestri consecutivi e le previsioni di Eurostat per i restanti tre. Dobbiamo correggere in peggio il dato tedesco perché il primo trimestre che era stato stimato a crescita zero è stato invece corretto a -0,3% congiunturale dal loro istituto di statistica. Anno su anno la caduta è addirittura dello 0,5%. Vedrete che dovremo correggere al rialzo i dati italiani come fino a oggi è sempre avvenuto.

L’ultima flessione tedesca ripete quella analoga del trimestre precedente e indica in modo tecnico che la Germania è entrata in recessione, ma segnala sul piano sostanziale una crisi strutturale molto più profonda e pervasiva frutto del nuovo quadro geopolitico globale e del combinato disposto di scarsa flessibilità e debolezza di investimenti della sua manifattura. Il nuovo calo tedesco è anche anomalo nel panorama economico europeo di cui la Germania è ancora il peso massimo. Perché nella prima  parte del 2023 l’area euro è cresciuta dello 0,1% e l’Italia con il suo +0,5% congiunturale dopo due anni di crescita record si conferma il primo Paese del G7 per tasso di sviluppo della sua economia.

Si sono creati in Italia un milione di occupati in più a tempo indeterminato, ma non lo dice nessuno. Continuiamo a creare altri occupati a tempo indeterminato, ma non lo dice nessuno. La Germania entra in recessione, ma non lo dice nessuno. Il modello diversificato italiano è quello protagonista del momento, si è visto che funziona di più con il post Covid e il cliente mondo lo ha capito. Le imprese italiane erano le uniche a mantenere gli impegni e a fare le consegne nel mondo. I tedeschi non potevano fare le consegne delle macchine perché non avevano la tecnologia cinese per fabbricare le macchine. Così è se vi pare, direbbe Pirandello. Che vuol dire che così è anche se non vi pare.


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