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Il generale Vannacci

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Prima che si chiuda definitivamente la questione del generale da tutti rimproverato, una cosa da dire c’è, e precisamente deve essere detta a tutti quelli che gli rimproverano di averla toppata appoggiandosi a Caio Giulio Cesare (essendo questi “marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti” e dunque, per li rami, eroe del pensiero Lgbt). Perfino Luciano Canfora è andato a incorrere in questo lapsus rivelatore soltanto di cieca obbedienza allo Zeitgeist. La famosa lotta pornografica dei greci e dei latini tutto era – era innanzitutto eros – fuorché focolare, diritto, anagrafe, adozione, utero in affitto, fiori d’arancio e mano nella mano. L’omosessualità, per dirla col grande Jo Stajano, era “il privilegio degli dei”. Socrate, per l’appunto, parlava sempre delle gioie dell’amore, agli alunni traboccava il cuore tanto che gli offrivano anche il corpo. Ma mai e poi mai si sarebbe costruita una società di “persone”, ma solo e sempre maschi e femmine. Mariti di tutte le mogli e mogli di tutti i mariti per il piacere, solo per il piacere e in vista dell’assoluto piacere (altrimenti detto vizio).


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