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Ai Gazebo, ai Gazebo. Questa domenica le primarie del Pd al traguardo. E come un tempo, con le tre sorelle di Checov, dicendo “a Mosca, a Mosca!”, oggi l’esortazione è solo una: ai Gazebo, ai Gazebo. Ai Gazebo vanno a votare gli italiani chiamati a scegliere il nuovo leader del partito più partito tra i partiti, il Pd. Ancora turbati di non trovarsi – come sempre – al governo, i capi del Pd si autoconvocano e convocano e mobilitano l’opinione pubblica per il dopo Letta. Tutti possono votare, tutti sono chiamati a scegliere il successore del mite Enrico e dopo un’appassionante campagna tra tanti candidati – il più charmant, caro Giovanni, era Gianni Cuperlo, l’unico a conoscere davvero Checov – la scelta si riduce a due tra i campioni: Stefano Bonaccini ed Elly Schleyn. Rispettivamente presidente e sua vice già nella Regione Emilia-Romagna. La terra che fu di Peppone e Don Camillo, gli eroi del Mondo Piccolo di Giovannino Guareschi, altro destino non ha che forgiare funzionari della cosa rossa, se non fosse per il pizzo alla Italo Balbo, per i Ray-Ban da sanbabilino il Bonaccini, con il suo cranio polito, sembra alludere a Lui, il Lui della Romagna socialista e proletaria. Ma un ulteriore sostegno, un appoggio, un contributo – ricalcando lo schema della sempre vincente Giorgia – Elly se lo merita. Ordunque, lo lanciamo un documento programmatico dal titolo “Fratelli di Schlein”?


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