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Maria Rozza

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Nella seduta del Consiglio Regionale della Lombardia dello scorso 16 aprile il consigliere regionale del Pd, Maria Rozza, oltre che consigliere regionale (PD) anche infermiera, ha denunciato con estrema durezza la verità su quanto successo in Lombardia nel corso dell’emergenza Covid-19.

«Mi sento in prima persona responsabile dei morti della Lombardia» ha esordito la Rozza nel suo intervento, per aver «fino al 20 marzo scelto di non disturbare, di non fare polemica, di non dire state sbagliando, di non dire state mandando in giro il virus trasformando tutti gli ospedali in strutture infette, di non aver detto in quei primi 10 giorni che travolgere gli ospedali per mandare i malati di Covid significava spargere il virus per tutta la Lombardia, e non lo dice la Rozza perché è del Pd o perché è una infermiera, lo dicono tutti i sanitari e tutti gli scienziati».

Una denuncia netta e inequivocabile che sa di condanna senza appello: «Ambulanze che andavano in giro per tutta la Lombardia trasportando pazienti infetti con la mascherina chirurgica per i corridoi degli ospedali: Questo è grave gravissimo».

Riconoscendo gli errori del Governo rispetto all’acquisto dei materiali sanitari, poi, la Rozza ha rincarato la dose denunciando come «nessuno qui ha ammesso che sono stati fatti degli errori, chi non fa non sbaglia», ma «drammatico e criminale è fare gli errori, non riconoscerli e ripeterli. Criminale. Drammatico».

E sulla drammaticità del momento, poi, la consigliera regionale, parlando anche grazie alle sue competenze infermieristiche, è scesa nel dettaglio: «La sanità territoriale non è esistita? Sì. La Gente è morta in casa? Sì. Le persone sono morte da sole? Sì». E poi senza mezzi termini l’infermiera prestata alla politica ha aggiunto: «Le persone che sono morte in casa a Cremona, a Bergamo, a Brescia non avevano neanche la cura palliativa e neanche sono state registrate come malati Covid, ma cos’è non esistono quei morti? Esistono solo quelli degli ospedali? Anzi, ve lo dice un’infermiera: una persona malata di polmonite interstiziale da sola a casa, senza niente muore soffocata. Non la auguro neppure al mio peggior nemico quella morte. Siamo responsabili e incoscienti se non ci riteniamo tali».

Senza contare che «i malati vengono abbandonati da soli a casa e vengono ricoverati quando non respirano più e i polmoni sono fottuti! E si muore anche in Rianimazione. Se tutto oggi funzionasse per riaprire non dovremmo avere morti e invece i morti ci sono, vuol dire che ancora non funziona neanche la fase 1. Una vera ripartenza nasce e si organizza quando sappiamo quale è la situazione dell’infezione in Lombardia: non sappiamo niente. Non sappiamo se la persona difronte è malata. E come la fate la ripartenza, con la mascherina? Certo come i trasferimenti dei malati negli ospedali, con la mascherina chirurgica, e infatti sono tutti infetti. Ci vuole un piano che unisca e tenga insieme economia e salute. Come fate a ringraziare medici e infermieri e poi ancora oggi gli fate il tampone solo se hanno 37 e mezzo? Come fate a ringraziare medici e infermieri e ancora oggi li fate lavorare malati?».


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