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POTENZA – Poco meno di duemila lucani, tra il 2012 e il 2014, hanno beneficiato del “sostegno economico e delle azioni di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale (Copes)” messe in campo dalla Regione Basilicata.
Il dato è stato fornito, ieri mattina nel corso d’una conferenza stampa, dal consigliere regionale Giannino Romaniello. Per la precisione, è emerso nel corso dell’incontro con i giornalisti che «sono stati 1980 i lucani, compresi in una fascia d’età che va da 20 a 60 anni, ad aver usufruito delle azioni del Copes».
Il risultato, ha spiegato Romaniello, è frutto del Secondo studio dell’associazione “Lucaniaworld” sull’analisi dei risultati e dell’efficacia dello strumento messo in campo dalla Regione Basilicata. Il dato offerto dallo studio – ha detto ancora Romaniello – deve da un lato orientare la politica lucana verso una prosecuzione del sostegno alla cittadinanza con il prolungamento dell’assegnazione del cosiddetto reddito minimo garantito erogato in questi ultimi anni; dall’altro spingere chi si occupa di stilare il progetto ad apportare delle variazioni.
«Perchè – ha sottolineato Romaniello – non proporre nient’altro, oltre i corsi di formazione già attuati in passato, sarebbe un errore». Bisognerebbe, in sostanza, rendere pià accattivante il progetto affinchè la Regione sia motivata ad estenderlo temporalmente. «Chi dovrà legiferare nel merito – ha detto Romaniello – dovrà trovarsi davanti un progetto interessante; che non pensi solo all’erogazione di una base reddituale minima (oscillante tra i 500 e i 600 euro mensili per ogni avente diritto ndr), ma sia in grado di affrontare il vero nocciolo della questione. Ovvero l’inclusione sociale ed il reinserimento nel mondo del lavoro».
Dall’analisi dei dati del Rapporto presentato ieri emerge ancora, tra l’altro, che «il 55 per cento degli aventi diritto all’azione di contrasto alla povertà è rappresentato da donne».
A quest’ultimo proposito, è emerso, «andrebbero creati corsi di formazione differenziata che tengano presente sesso, età e livello di istruzione dei partecipanti».
Il vero tema che Copes dovrebbe affrontare è il reinserimento sociale. Risultato che si può ottenere solo formando in maniera professionale, ma anche idonea alle capacità individuali, le persone. Nel biennio di riferimento, ad esempio, hanno beneficiato del sostegno economico persone di una fascia di età compresa tra i venti e più di sessant’anni ma la percentuale maggiore è rappresentata dalla fascia che va dai 40 ai 60 avendo per la maggior parte, il 60 per cento, una licenza di scuola media inferiore.
La formazione proposta deve essere in grado di innestarsi nel tessuto vivo dei sistemi socio economici territoriali «per diventare – ha ribadito il consigliere del Gruppo misto – il fondamento concreto, e non più astratto, di un progetto di vita e di inserimento sociale e lavorativo dignitoso e rispondente ai bisogni ed alle aspettative della persona».
Per fare questo c’è bisogno, hanno sostenuto anche i rappresentanti di Lucaniaworld, del pieno sostegno delle istituzioni locali, «uniche ad avere realmente chiaro il quadro della situazione».
«In definitiva – hanno concluso i sostenitori del progetto – è il caso di ribadire che il mero sostegno economico, abbinato a misure inefficaci di accompagnamento, non ha stimolato intraprendenza, iniziativa e fattività dei beneficiari inducendoli piuttosto a ragionare sotto i canoni della mera assistenza».
Ciò sembra non essere più possibile a causa della crisi economica globale che sta avendo i suoi effetti negativi anche sulla regione Basilicata.

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