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POLICORO – La sua protesta ha portato all’attenzione di istituzioni regionali e popolazione, la minaccia concreta dei permessi di perforazione, accordati a una Compagnia petrolifera. Un pericolosissimo precedente.
Per questa ragione, il sindaco di Policoro, Rocco Leone, ha il merito di aver creduto con forza nella necessità di iniziare l’ennesima lotta corale (dopo quella contro il Deposito unico delle scorie nucleari ormai passata alla storia) contro le lobbies dell’oro nero, oggi più che mai spalleggiate da un Governo nazionale compiacente e quasi prevaricatore, per la sola pretesa di dettare da Roma le linee di sviluppo di un territorio.

Leone è ancora pronto a lottare con tutte le sue forze, ma oggi, grazie alla sua protesta, può contare sull’appoggio formale delle tre regioni che affacciano sul Golfo di Taranto. Un sostegno non da poco, che si concretizzerà mercoledì prossimo con una presa di posizione univoca, da portare sui tavoli romani alla Conferenza Stato-Regioni sul tema. Abbiamo raggiunto il sindaco nel Municipio, lo stesso luogo dove ha animato tre giorni di sciopero della fame, sostenuto da tanti cittadini, come svegliati da un inconsapevole torpore sul tema di grande attualità. «Ringrazio l’assessore regionale all’Ambiente, Aldo Berlinguer, per la grande sensibilità dimostrata, pur non essendo un lucano, spogliandosi della sua appartenenza politica per accompagnarmi a Roma», ha esordito Leone.

Poi il sindaco dà fondo a tutto il suo amore per il mar Jonio, parlando di un modello di sviluppo, basato sul turismo, che la popolazione locale ha il diritto di autodeterminare, senza imposizioni dall’alto, criticando anche il comportamento ambiguo di qualche politico lucano, che ha finto di ignorare il blocco della legge contro l’Airgun (il metodo devastante che le Compagnie adotterebbero per sondare i fondali) in Parlamento.
«Per mercoledì auspico che la partecipazione popolare sappia guardare avanti, senza dietrologie utili solo a dare la colpa ad altri di ciò che è accaduto. Il problema trivelle si risolve restando insieme, facendo di Policoro la capitale di questa protesta, con un significato morale che nasce dalla presa d’atto della gravità di questo tema.

La democrazia è rappresentata dalle istituzioni, quindi la presenza di tre Regioni sarà una garanzia, perchè non ottiene ragione chi alza la voce di più. Oggi Calabria, Basilicata e Puglia lanciano la loro idea di sviluppo. Mentre prima i nostri ragazzi andavano a studiare fuori e ci rimanevano, ora si sta verificando una controdendenza positiva perchè i giovani scommettono sulla loro terra e su questo modello di sviluppo, basato sul turismo e il mare incontaminato. Il Salento sta già lavorando da anni così, la Sibaritide ed il Metapontino cercano di realizzare questo modello, che le incursioni delle Compagnie petrolifere distruggerebbero. Laddove lo Stato ha imposto il tipo di sviluppo alle comunità locali, si è sempre prodotto un danno; basta guardare alla nostra Valbasento, a Bagnoli e Crotone». Secondo il sindaco di Policoro, «le Regioni devono essere alfieri di questo territorio, per difendere il proprio tipo di sviluppo ed il diritto alla propria autodeterminazione. Il Governo italiano dimentica che qui nel nostro mare è nata l’Europa moderna». Infine un’immagine forte, ma molto significativa per dare l’idea del sopruso che vorrebbe realizzare il Governo: «E’ come l’Isis -dice Leone- che profana i templi di altre religioni per affermare la sua; è come costruire un’autostrada, che consente il progresso di una comunità e poi, di punto in bianco, distruggerla. La Terra, l’Universo, il mare sono stati creati da Dio, un gruppo di uomini non può arrogarsi il diritto di entrare a gamba tesa nella storia, cambiando la fisionomia di un popolo». Immagini e concetti come pietre, che nessuno può mettere in discussione tanto sono oggettivi.

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