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di GIUSEPPE BALDESSARRO
Non riusciva a farsene una ragione, per questo la signora Olga Guarnaccia ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere a Barbara D’urso, la conduttrice di “Pomeriggio 5”, nota trasmissione di Mediaset. Una missiva nella quale ha svelato che Salvatore Condemi, l’assassino reo confesso della figlia Paola Gangeri, è già agli arresti domiciliari. Così, ieri pomeriggio, il caso è tornato agli onori della cronaca, con la madre della vittima in studio a chiedere conto ai giudici di una decisione che ha definito «intollerabile».
L’uomo infatti ha trascorso in carcere poco più di un anno. Dopo una condanna di primo grado a 15 anni di reclusione, inflittagli nel corso del processo di primo grado che si è concluso nella primavera scorsa.
Salvatore Condemi, di 47 anni, assassinò l’ex moglie il 23 luglio del 2007. Paola Gangeri 42anni, fu colpita amorte con una serie di coltellate al culmine diuna lite furibonda. Per di più sotto gli occhi della figlioletta convalescente, costretta su un divano per dei problemi alle gambe.
Un delitto avvenuto in un caldo del pomeriggio d’estate, tra le pareti della casa di via Scilla a Sbarre, nella quale avevano vissuto assieme.
Alcuni anni di matrimonio finiti in un divorzio difficile, i due erano separati da 8 anni. Una storia complessa quellatra Condemi e Paola Gangeri. Che spesso faceva registrare scontri, anche su questioni banali.
Quel luglio del 2007 era scoppiata l’ennesima lite. Un scontro come altri apparentemente, al culmine del quale però, l’uomo aveva impugnato un coltello da cucina ed aveva colpito ripetutamente la sua ex compagna. Un raptus, spiegato soltanto dall’ira e dall’esasperazione. A rendere ancora più tragica la vicenda, cosa che scosse l’opinione pubblica, il fatto che il tutto era accaduto sotto gli occhi atterriti della figlia dei due, immobilizzata sopra una poltrona a causa di un intervento chirurgico. Momenti di paura per la bambina, che non ha potuto fare altro che tentare di attirare l’attenzione dei vicini urlando a squarciagola. Pochi minuti e l’intervento della polizia servito soltanto a constatare la morte della donna e a porre le manette ai polsi del ferroviere, che ancora in stato confusionale, non ha potuto che ammettere le proprie responsabilità. A stretto giro di boa il processo davanti al Gup Santo Melidona, il quale inflisse all’uomo una pena di 15 anni di reclusione (il pm Francesco Tripodi ne aveva chiesti 12).
Durante il “rito abbreviato” furono ricostruiti i rapporti tra i due ex coniugi e valutata anchela lucidità dell’uomo all’atto di compiere l’omicidio. Insomma una sorta di omicidio d’impeto, aggravato dalla presenza della bimba e della determinazione dimostrata da Condello.
Vicenda chiusa insomma con la pena ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato. In attesa comunque del processo d’Appello che deve essere ancora fissato. Nei mesi scorsi però la nuova decisione dei magistrati reggini e la trasformazionedella pena detentiva, che è passata dagli arresti in carcere ai domiciliari. Alla Base della decisione treelementi: essendo reo confesso la mancanza del rischio di inquinamento delle prove; l’impossibilità di reiterare il reato e l’inconsistenza del pericolo di fuga.
Ieri, come accennato la signora Olga Guarnaccia, madre della vittima, è andata a Canale 5 per raccontare la vicenda. Ripercorrendo gli anni della separazione e i periodi delle liti. Fino a quel tragico pomeriggio del 2007. La donna ha criticato aspramente il comportamento dei giudici reggini. Ovviamente ha parlato da madre ferita. E la sua versione dei fatti, almeno per quanto riguarda il rapporto tra i due ex coniugi va valutata con la giusta prudenza.

1|8]Nella foto la palazzina dove è avvenuto il delitto

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