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di PALMA COMANDÈ
Illustre presidente Loiero, mi chiamo Palma Comandè, sono assessore alla Cultura nel piccolo ma importante comune di Casignana, e sono anche la nipote di Saverio Strati, lo scrittore che sul “Quotidiano della Calabria” di domenica 15 marzo scorso , con una lettera essenziale ma forte, ha dichiarato di vivere in una situazione di grave disagio economico invocando, per questo, l’applicazione dei benefici della legge Bacchelli. Sono al corrente dei contatti che l’assessore alla cultura del Suo esecutivo, Cersosimo, ha preso con mio zio al fine di promuovere la pubblicazione di una sua opera, intendendo così dare un contributo fattivo volto ad alleviarne al più presto il disagio. Nella mia dimensione affettiva non posso che manifestare compiacimento e gratitudine per l’iniziativa in questione e per le interlocuzioni che sindaci accorti stanno conducendo con il suddetto assessorato. Nella mia qualità di operatrice culturale e semplice cittadina mi permetto di fare qualche osservazione circa la percezione, da parte dell’Istituzione che ella rappresenta, del merito della questione. Percezione che, nella logica politica corrente, elude il pur ovvio e doveroso distinguo tra esigenze sociali meramente materiali ed esigenze sociali di tipo intellettuale, tendendo a trattare entrambe col medesimo, lucido distacco del disbrigo operativo, se non rapido, almeno efficace. La politica in generale, evidentemente
per formazione culturale, mostra di non operare, sul piano concettuale e sul piano
operativo, distinzione alcuna tra il sostegno o la promozione di un fatto culturale e il sostegno da fornire per la realizzazione di una strada o di una
fognatura, contribuendo così a materializzare drammaticamente ogni aspetto della già materializzata società. Se così non fosse l’atteggiamento rispetto alla faccenda Strati non si sarebbe esaurito nella dichiarazione di disponibilità di un semplice sostegno economico finalizzato alla pubblicazione di un volume, o anche di più volumi, riducendo così il tutto ad una questione esclusivamente
materiale. Se così non fosse, l’atteggiamento della politica sarebbe stato anche di piena partecipazione socio-culturale, di pieno coinvolgimento intellettuale
volto a dare forza incisiva e divulgativa ad un evento che poteva e può costituire
il punto di partenza per una Calabria realmente in crescita. Se la sensibilità intellettuale avesse preso il sopravvento sull’ acume tattico, la politica non avrebbe certo mancato di osservare che la vicenda di Strati ha costituito per la Calabria il più grosso evento culturale a cui si sia assistito, non solo per l’enorme impatto che la sua forte connotazione umana ha avuto sulla sensibilità individuale e su quella collettiva, ma anche, o forse soprattutto, per le conseguenti riflessioni di ordine antropologico-culturale che ha indotto non solo nelle menti avvezze al pensiero e all’autocritica. Nessun evento locale o d’importazione, per realizzare il quale le casse dei Comuni, della Provincia o della Regione continuano a svenarsi abbondantemente, aveva mai raggiunto un simile risultato. Gli enti locali, e la sottoscritta ne sa qualcosa, si continuano ad affannare per produrre idee e mettere su progetti culturali nella speranza che siano in grado di far anche solo tremolare le acque mortalmente stagnanti dell’indifferenza sociale, dalle quali solo il sussulto di una nefasta trasgressione riesce a sottrarre qualcuno. Saverio Strati, senza che alcuno
glielo chiedesse, con la sua lettera-denuncia, ha offerto alla Calabria e non solo, su un piatto d’argento, quella opportunità che essa da sempre cercava. Le opportunità che solo i grandi sanno dare dato che il loro volare alto sulle cose li proietta in quella dimensione universale dove l’occhio che si posa sul sé, in
realtà si posa sul tutto. Quel “tutto” che la Calabria ha mostrato di avere nettamente intuito recependo la denuncia di un male individuale come denuncia di un male collettivo. Lo dimostrano le ormai innumerevoli lettere che da oltre venti giorni continuano a pervenire al Quotidiano, nella gran parte delle quali, accanto alla commossa vicinanza morale, mentale e affettiva allo scrittore, prorompe, in modo a volte inusitatamente spietato, l’analisi socio-antropologica
della società calabrese, agnostica, apatica, instancabilmente sonnolenta, irrimediabilmente statica, incapace di un dialogo fecondo con le alterità. Analisi che emerge con forza anche dai convegni che continuano a fiorire ovunque; dai consigli comunali convocati in seduta straordinaria, come a Casignana e a Sant’Agata; da tutte le iniziative sulle quali si staglia netto e chiaro un
concetto primario: non solo Saverio Strati è una risorsa a cui attingere per ritrovarsi, ma col suo gesto schietto e coraggioso egli è l’espressione della piena consapevolezza dell’essere, fondamento basilare dell’uomo che cresce e della
società che si evolve. Che lezione per la Calabria e l’Italia intera! Ecco il nodo
della questione,Presidente: la Calabria ha raccolto la lezione, la politica no.
Ma poiché la politica è un sistema fatto di uomini, quindi incorreggibile o perfettibile a seconda delle qualità umane e culturali di chi la interpreta, mi permetto, non da nipote dello scrittore, bensì da cittadina che anela ad una società consapevolmente civile, di rivolgerle un’esortazione affinché voglia inserire tra i suoi molteplici impegni istituzionali anche quello del sostegno
operativamente culturale alla vicenda Strati. Si metta in gioco direttamente. Partecipi il più possibile ai convegni ai quali è invitato dando con questo agli eventi la forza carismatica dell’Istituzione che rappresenta. Faccia sentire alla gente che c’è, che è al suo fianco, che ne condivide le ansie e gli aneliti. Studi, insieme con il Suo esecutivo, politiche rispondenti al nuovo impulso
valorizzando al meglio intellettuali di razza che attualmente operano unicamente
spinti da un’ indefessa buona volontà. Infine, si serva del suo alto ruolo istituzionale per portare la vicenda Strati oltre i confini regionali trattandosi di uno scrittore di spessore nazionale e internazionale, pluripremiato con riconoscimenti prestigiosi quali il Supercampiello, contribuendo così a promuovere
l’immagine di una Calabria fuori dai cliché mediaticamenteaccreditati, che genera
solo delitti e ruberie. Una Calabria nuova, culturalmente attenta e socialmente impegnata, che finalmente riesce ad esprimere una classe politica degna del suo cambiamento. In fondo è quello che uomini colti e accorti come lei desiderano. E poi è il sogno che Saverio Strati ha inseguito per tutta la vita. Probabilmente
doveva un triste tributo alla sua realizzazione.Venti giorni fa egli lo ha pagato.
Spetta a noi, ora, signor Presidente, non renderlo vano.

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