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NAPOLI: Meret 5, Hysaj 5 (81’ Lozano 5), Manolas 5, Di Lorenzo 5, Rui 6, Ruiz 4 (84’ Llorente s.v.), Allan 6, Zielinski 6, Callejon 5, Milik 6, Insigne 5,5.
In panchina: Ospina, Karnezis, Elmas, Luperto, Younes, Tonelli, Gaetano, Leandrinho.
All. Gennaro GATTUSO 5
INTER: Handanovic 6,5 , Skriniar 6, De Vrij 6,5 , Bastoni 6,5 , Candreva 6, Gagliardini 5,5 (Barella 5), Brozovic 6,5 , Vecino 6 (73’ Sensi 5,5) , Biraghi 6, Lukaku 7 (88’ Valero s.v.), Martinez 7.
In panchina: Padelli, Berni, Godin, Sanchez, Ranocchia, Politano, Lazaro, Dimarco, Esposito.
All. Antonio CONTE 7
Arbitro: Doveri di Roma 5,5 – Guardalinee: Passeri e Del Giovane – Quarto uomo: Fabbri
VAR: Calvarese – Avar: Giallatini
Marcatori : 13’ Lukaku (I), 32’ Lukaku (I), 39’ Milik  (N), 62’ Martinez (I)
Note: terreno in ottime condizioni in una serata gelida, con temperatura vicina allo zero. Spettatori presenti, circa quarantamila, con nutrita rappresentanza nerazzurra. Ammoniti: Candreva (I), Barella (I), Esposito(I), Sensi (I), Skriniar(I). Per proteste dalla panchina, Esposito (I) e Conte(I). Calci d’angolo 4 a 3 per l’Inter.

NAPOLI – Partenza al rallentatore, squadra in difficoltà evidente, e parlare di soggezione nei confronti della capo classifica sarebbe un affronto per la compagine che ha lottato negli ultimi anni per il tricolore, ed oggi destinata a far penare il pubblico, silenzioso quasi per un intero tempo, abbandonando ogni striscione ed ogni vessillo, per far spazio alla contestazione che prende di mira, con il suo assenteismo vocale, la società e, per essa, il presidente ADL, ormai messo alle strette: potenziare subito e non domani ( in estate…) il gruppo azzurro ( dando una scorsa alle due panchine, il divario è fin troppo manifesto…). In sintesi, una sconfitta che va a sommarsi alle precedenti (ormai il S. Paolo è diventato terra di conquista), confermando che il giocattolo costruito da De Laurentiis, modellato e reso funzionale da Sarri, si è definitivamente frantumato, e ciò che colpisce il palato fino dei partenopei, è l’abulia che regna in campo, una svogliatezza che è sintomo di desiderio di mutare aria, di salutare tutto e tutti, senza rispettare un popolo che non ha mai smesso di credere in una risalita, alla luce del secondo tempo, gagliardo e convincente in quel di Reggio Emilia. Preoccupa, alla disamina della gara contro un avversario non trascendentale, ma semplicemente organizzato e, soprattutto, fisicamente al top, il calendario delle prossime gare, con Lazio in trasferta e Fiorentina e Juventus sul terreno amico (?), inframezzate dal match di Coppa Italia contro il Perugia (serie B), guidato da poche ore da Serse Cosmi: cosa attendersi da una compagine che balbetta a centrocampo, con Zielinski ed Allan a portare la croce, ma disperatamente soli nel momento di impostare la manovra,  quando occorrerebbe un regista con gli attributi, non di certo il Ruiz ( se gli spagnoli lo cercano, che lo si venda pure…), a corto di idee e di velocità ( i fischi all’atto della sostituzione, tardiva ed inefficace, sono ampiamente meritati). E’ stato sufficiente ai nerazzurri, giocare in pressing non concedendo al Napoli di organizzare le ripartenze, mostrando una tenuta non paragonabile a quella degli azzurri, già in situazione di emergenza in difesa, che presentava, nonostante Luperto e Tonelli, il Di Lorenzo a far coppia centrale con Manolas. A complicare la già difficile gestione della retroguardia, il terzino ex Empoli imitava il Koulibaly della gara interna con il Parma (la precedente in ordine di tempo), perdendo palla per uno scivilone, lasciando campo aperto a Lukaku, che giunto al limite, non trovando opposizione da parte degli altri due difensori, piazzava un sinistro che sbatteva sul palo e terminando in rete, rendendo vano il tuffo di Meret. Quest’ultimo, per non essere da meno dei compagni, letteralmente in tilt, facilitava il raddoppio dell’Inter, facendosi beffare da una conclusione non irresistibile del possente centravanti belga, e tra mani aperte e gambe fa carambolare la sfera in rete. Reazione veemente dei padroni di casa, ma la rete di Milik, su triangolazione Insigne – Callejon riscalda, ma solo per pochi minuti, l’ambiente sempre più freddo, non solo per la temperatura, e si spegne sul mancato colpo di testa del polacco (colpisce con la spalla), a pochi passi dal possibile pareggio. Ormai la stagione è compromessa, non potrà, l’arrivo di qualche calciatore a garantire la guarigione di un malato, che non è immaginario, ma reale: vi è da svecchiare, necessita, non lavoro o ramanzine, bensì qualche pedata nel fondo schiena, perché non è torpore questo, ma voglia di sbarcare su altri lidi, non dimenticando che il “patron” ha il coltello dalla parte del manico, e provvederà, in tempi brevi, a prendere i calciatori sul lato economico, con la “famosa” vicenda legale, che certamente ha solo lasciato in stand by. Le note negative sono innumerevoli, a partire da Insigne, che non esulta alla rete di Milik, che cammina invece di correre, che prende la via degli spogliatoi, a fine gara, in fretta e furia, insomma è una partita vinta da Raiola, che potrà ragionare al tavolo di chi si contenderà le acrobazie ( è ancora in grado di proporle?) dell’ex pupillo dei napoletani. E per finire, l’allenatore: non sapere quale sostituzione effettuare, se non a dieci minuti dal termine di una gara già abbondantemente compromessa, vorrà significare non avere le idee chiare, non aver ancora intuito che c’è confusione sui ruoli, su ciò che gli atleti devono applicare, in definitiva sembra un asino in mezzo ai suoni. E pensare che a Torino, sul fronte bianconero, si lamentano di Sarri nonostante siano in lotta su tre fronti, vincono dentro e fuori: stranezze del calcio, e la valle “azzurra” è piena di lacrime….

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