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Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Reggio Calabria, Santi Zappalà, il consigliere regionale del Pdl, arrestato martedì mattina, assieme a altre 11 persone, per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. Il politico è accusato di essersi recato a casa del boss Giuseppe Pelle, per chiedere sostegno elettorale in vista delle regionali del 29 e 30 marzo scorsi.
I suoi due legali Tonino Curatola e Francesco Albanese, hanno acquisito ieri le trascrizioni integrali delle intercettazioni per capire se vi sono discrasie tra le registrazioni dei carabinieri del Ros e gli stralci contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata con l’arresto.
Secondo quanto si è appreso, anche Francesco Iaria, candidato alla Regione con l’Udc (ma non eletto) si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, scegliendo di perseguire una linea difensiva simile a quella di Zappalà.
Hanno invece deciso di rispondere gli altri indagati. Ieri il Gip ha infatti ascoltato anche Liliana Aiello e Pietro Antonio Nucera (candidati non eletti di “Insieme per la Calabria – Scopelliti presidente”) e Antonio Manti (anch’esso con un magro bottino elettorale, di sole poche decine di voti, candidato di “Alleanza per la Calabria”, a sostegno della candidatura di Agazio Loiero). Questi ultimi tre indagati hanno risposto al Gip Carrelli Palombi respingendo le accuse e dichiarandosi estranei ai fatti, pur ammettendo le visite nella casa di Peppe Pelle. Per quanto riguarda le altre persone che non fanno parte della politica, il Gip ha ascoltato i fratelli Aldo Francesco e Paolo Marvelli, Domenico Stellitano e l’imprenditore Giuseppe Mesiano Mazzucua. Verranno ascoltati per rogatoria invece Mario Versaci, arrestato a Savona, e Giuseppe Pelle, che sarà interrogato oggi a Milano, dove era già detenuto dal marzo scorso quando scattò la prima delle tre operazioni legate all’indagine “Reale”. Con gli interrogatori si chiude la prima parte dell’iter giudiziario su politici e ‘ndrangheta.

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