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di ANDREA GUALTIERI
E’ stato il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, a imporre per primo le mani su Nunzio Galantino che ieri, nella sua Cerignola, in provincia di Foggia, è stato ordinato vescovo in attesa di andare a occupare la cattedra di Cassano Jonio. «Non avere timore, lasciati andare alla pace nell’affidarti alle forti mani di Dio: le immancabili croci saranno sorgenti di grazia, stimolo ad una preghiera più intensa, impegno a precedere il popolo cristiano nel seguire il Signore» ha raccomandato il porporato al monsignore che dal 2004 è responsabile del servizio nazionale della Cei per gli Studi superiori di Teologia e di Scienze religiose. Proprio «per l’intenso insegnamento e per il servizio offerto generosamente» alla Chiesa italiana, Bagnasco ha rivolto a Galantino un ringraziamento a nome di tutta la conferenza episcopale. E la presenza del cardinale ieri pomeriggio nella cattedrale di Cerignola è stata anch’essa un messaggio significativo della fiducia che il nuovo vescovo ha conquistato nei suoi anni di ministero sacerdotale, di studi e di attività accademica alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale. Ora, per Galantino, inizia una nuova missione alla guida della piccola ma attiva diocesi calabrese. L’ingresso solenne nella cattedrale di Cassano è atteso per il 10 marzo. Intanto, però, ieri un’ampia rappresentanza della comunità jonica è arrivata in Puglia, guidata dall’amministratore diocesano monsignor Francesco Oliva, per far festa insieme al nuovo pastore. «La gente oggi, nonostante il diffuso secolarismo, cerca Dio, cerca la luce, ha fame di speranza» ha sottolineato Bagnasco, aggiungendo che «quanto più il senso materialista della vita vuole invadere e tutto divorare, l’uomo moderno prima o poi reagisce avvertendo che egli non è solo terra ma anche cielo, non è solo tempo ma anche eternità». A Galantino, quindi, il cardinale ha raccomandato di essere deciso e generoso nello spendersi come «maestro della fede», «specialmente – ha precisato citando san Paolo – in tempi nei quali non sempre si sopporta la sana dottrina e, “per prurito di udire qualcosa”, a volte gli uomini si circondano di maestri secondo le proprie voglie».

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