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I manifestanti sul tetto dell'Azienda ospedaliera di Cosenza

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COSENZA – Una ventina di persone hanno occupato la sede della direzione generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. Si tratta di un gruppo di residenti nel Cosentino riuniti nel comitato “Calabresi in mobilitazione per la sanità pubblica”.

I manifestanti chiedono una sanità pubblica efficiente, l’azzeramento del debito sanitario, la fine del commissariamento, la riapertura degli ospedali e l’assunzione di personale. La loro intenzione è di mantenere l’occupazione a tempo indeterminato e chiedono l’intervento del ministro alla Salute Roberto Speranza affinché «venga in Calabria a rendersi contro della situazione, che è assolutamente diversa rispetto al resto d’Italia, e possa trovare nell’immediato una soluzione almeno per evitare che le persone muoiano in attesa di un posto letto».

«L’emergenza Covid-19 – si legge in un comunicato – si sta abbattendo sulla provincia di Cosenza. Contagi e morti aumentano, i pochi ospedali attivi sono ormai saturi, il personale sanitario è stremato. Questa è la situazione a distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia. Nulla che non si potesse facilmente prevedere. Lo scorso autunno ci siamo mobilitati chiedendo la riapertura dei 18 ospedali chiusi, un intervento del Governo nazionale data l’incapacità degli amministratori e risorse per ricostruire la sanità pubblica calabrese. Le istituzioni, ad ogni livello, hanno preferito rimanere inermi e affidarsi alla fortuna. Ecco, la risposta è nei decessi avvenuti all’Annunziata di due calabresi in attesa che si liberasse qualche posto (LEGGI). In Calabria, nel 2021, si muore perché non si può essere curati, non è uno slogan o un rischio ma è la realtà dei fatti. In tutto ciò i commissari non riescono a varare scelte efficaci e coraggiose, le istituzioni si affidano a inutili comunicati, i parlamentari calabresi non si è ben capito cosa facciano a Roma e il Ministro Speranza quindi il Governo ignorano come al solito la Calabria, abbandonandoci al nostro destino. Di fronte a questa situazione abbiamo la responsabilità di mobilitarci, non possiamo assistere silenti a questo massacro, non vogliamo fare la conta quotidiana dei defunti».

«Senza giri di parole – concludono – c’è l’immediato bisogno di assunzioni a tempo indeterminato di personale sanitario, di riaprire gli ospedali chiusi, di un intervento poderoso del Governo nazionale che congeli il debito, prodotto dalla mala politica e pagato dai cittadini, e liberi risorse per la sanità pubblica. Non c’è più tempo. I nostri padri e le nostre madri continuano a morire, ora dopo ora.

Dal tetto dell’edificio che occupa gli uffici dell’Azienda sono stati srotolati alcuni striscioni. Su uno c’è scritto «Non c’è più tempo, riaprire gli ospedali e assumere personale subito» e sull’altro «Calabria senza Speranza».

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