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POTENZA – Lei è una candidata e la compagna del preside d’Ingegneria di Potenza. Lui quello di Salerno, e il presidente della commissione d’esame oltre che della Conferenza di tutti i presidi d’ingegneria. Incluso il compagno della candidata. Di più tra loro hanno già collaborato anche a una pubblicazione.

E’ il triangolo svelato dal corvo dell’Unibas che dopo il concorso per un posto da amministrativo di categoria D ha preso di mira quello per un altro posto. Categoria: “elevata professionalità”. Posizione economica: “Ep 1”, che di base dovrebbe essere equivalente a uno stipendio mensile da 1.300 euro netti. Area: “amministrativa-gestionale”. Da preporre «allo svolgimento di attività di valutazione della qualità di ateneo e di programmazione strategica».

Le prove finali della selezione, bandita a settembre assieme a quella per il posto d’amministrativo più altre due “elevate professionalità” sempre in area “amministrativa-gestionale” erano previste per ieri.

Ma qualcosa dev’essere andato storto, e non è escluso che qualcuno abbia avvertito il volo dei pennuti sulla sua testa. Fatto sta che poco prima dell’inizio degli esami, la commissione ha informato i candidati che occorreva aggiornarsi al pomeriggio. Senza dare alcuna spiegazione in proposito. Ma anche allora non c’è stato niente da fare e l’appuntamento è stato rinviato a data ancora da definirsi.

Quando, cosa è successo e cosa accadrà di preciso è davvero impossibile da dire. A meno di non essere preveggenti come il corvo, che dal canto suo aveva anticipato l’esito della pre-selezione.

Dei 61 candidati ammessi alla prova scritta soltanto 7 avrebbero raggiunto un punteggio sufficiente per accedere all’orale.

Ora si dà il caso che tra questi ci siano entrambi i nomi “segnalati”: quello del vincitore annunciato, la dottoressa Carmen Izzo, e quello di un altro “interno” dell’ateneo destinato a ottenere il secondo posto, il dottor Ermanno Trasatti.

Sarà stato che l’autore dell’anonimo ha saputo dei commenti soddisfatti di entrambi all’uscita della prova e ha tirato le conclusioni? In effetti il suo esposto riporta la data del giorno prima, ma è arrivato nella redazione del Quotidiano solo in seguito, perciò può anche essere.

Come è tutt’altro che da escludere che i due candidati presi di mira fossero davvero tra più preparati e abbiano ottenuto con merito l’ammissione all’orale.

Certo che di fronte a una previsione del genere, piuttosto che al solito corvaccio, viene da pensare di trovarsi di fronte a un polpo. Uno come quello che ai mondiali di calcio del 2010 ha azzeccato tutti, ma proprio tutti i risulti della nazionale tedesca.

Scherzi a parte, dov’è che un certo imbarazzo tra i commissari non può che esserci stato?

Innanzitutto quando hanno scoperto – sempre se qualcuno non lo sapeva già prima – che la dottoressa Carmen Izzo è la compagna di Ignazio Mancini, ovvero il preside della facoltà d’ingegneria.

A questo si aggiunga il fatto che il presidente della commissione d’esame, il professor Vitale Cardone, è il presidente della Conferenza (permanente, ndr) dei presidi delle facoltà d’ingegneria, dove figura lo stesso Mancini.

Infine si consideri che nel 2007, per conto proprio della Conferenza dei presidi di ingegneria, la dottoressa Izzo ha curato «raccolta, elaborazione e organizzazione dati» del terzo numero dei «Quaderni». Una pubblicazione intitolata: “Gli immatricolati nelle facoltà di ingegneria dal 1998 al 2006”. A cura del genovese Gianni Vernazza e di Mauro Fiorentino, l’attuale rettore dell’Unibas, che all’epoca era ancora “soltanto” preside della facoltà d’Ingegneria (al posto che in seguito avrebbe preso Mancini), e segretario della giunta della Conferenza.

«Presidente» del comitato scientifico, e «coordinatore» del comitato di redazione del «quaderno»: Vitale Cardone.

Possibile che il presidente Cardone non si faccia influenzare dalla “colleganza” col compagno della candidata? Possibile che non abbia un ricordo – positivo o negativo che sia –  di quella collaborazione ai «quaderni» di sei anni fa?

Non solo possibile. Sicuro.

Eppure il dato di ieri è che la prova è stata rinviata, e viene da chiedersi se tutta quest’infornata di concorsi banditi a settembre non sia nata sotto una cattiva stella vista la fine che hanno fatto anche gli altri.

Prima le dimissioni di due membri della commissione per il posto da amministrativo, dopo che anche la direzione generale dell’ateneo aveva evidenziato qualche perplessità sui criteri fin troppo selettivi adottati e generiche questioni di «opportunità e legittimità» delle procedure.

Poi le dimissioni del presidente delle commissioni d’esame per gli altri due posti di “elevata professionalità” messi a concorso, finito nel mirino del “corvo” in quanto la figlia, per uno strano incrocio, risulta tra i 5 candidati rimasti a contendersi il posto da amministrativo.

Adesso anche questo.

Dalla direzione generale dell’Unibas ribadiscono la convinzione di aver agito correttamente applicando le norme.

Ma era proprio necessario bandire tre concorsi diversi per tre posti di “elevata professionalità” nella stessa categoria e nella stessa area, quella amministrativa-gestionale, differenziandoli per mansioni specifiche, quasi stringenti come: attività di valutazione della qualità di Ateneo e di programmazione strategica; affari generali e legali; e gestione del personale tecnico-amministrativo e docente? E questo nonostante i requisiti a monte per parteciparvi siano rimasti i più generici?

Secondo i vertici dell’ateneo è quello che prescrive la legge sul lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

Peccato che valga soltanto per i bandi dei 3 posti di elevata professionalità. Mentre per quello per il posto di amministrativo di mansioni nel bando non se ne parla da nessuna parte.

l.amato@luedi.it

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