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CROTONE – Dal Colorado arriva la Global Med. Alla ricerca dell’oro nero nascosto in fondo al mare davanti alla costa crotonese. La società che ha sede in Colorado ha infatti chiesto al Mise (ministero per lo Sviluppo economico) (LEGGI I DATI COMPLETI DELLA RICHIESTA) il permesso di sondare il sottofondo marino per individuare nuovi giacimenti. E sono cinque le nuove istanze presentate per ricerca idrocarburi nello Ionio dalla Global (d85-86-87-89-90 F.R) pubblicate sull’ultimo Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse (Buig) di gennaio 2014. E tre di queste (d85-86-87) si trovano poste di fronte la costa crotonese. 

E vanno ad incastro con altre concessioni di ricerca offshore già presentate o coltivazioni esistenti dell’Eni. Quindi, mentre altrove sorgono alberghi sui magnifici litorali, qui nascono trivelle in mare e pale eoliche in terra. Nuove piattaforme offshore americane – targate Usa – potrebbero spuntare tra le onde minacciose dello Ionio, davanti al luogo dove un tempo sorgeva la polis magno greca di Kroton e svettavano le colonne doriche dedicate alla dea Hera. La subsidenza che insiste su questa parte di costa, ormai evidenziata da importanti studi scientifici, non preoccupa. 
E neanche il problema dei delfini spiaggiati lungo le coste – forse a causa dei sonar utilizzati per trovare i giacimenti – e dell’alterazione permanente degli ecosistemi sensibili, sembra preoccupare più di tanto. Forse l’oro nero vale di più? Davanti le coste crotonesi, interessate dall’Area marina protetta più grande d’Europa, c’è già Eni (ionica gas) che estrae quantitativi notevoli di gas metano, mentre ritorni economici non ce ne sono quasi affatto. Le royalties rimangono bloccate per anni nelle casse della Regione, sottratte a chi si vede depauperare il territorio senza nulla in cambio. E’ anche questo l’effetto del decreto Zanonato, per quanto riguarda la costa calabrese ionica, dove si concentreranno le estrazioni, interdette invece sul Tirreno. E’ stata intanto riproposta la richiesta d59 fr np Di Northen Petroleum Ltd già rigettata dal Ministero nel giugno del 2011 che riguarda un’area marina di fronte alla città, oltre il confine del giacimento sfruttato da Eni tra Isola e Cirò.
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