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Un'aula di tribunale

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Nove condanne (da un massimo di 11 anni di carcere e un minimo di 8 mesi) e tre assoluzioni (tra gli assolti il direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Pugliese, che era finito in carcere).

Questa la decisione di primo grado del gup Paola Ciriaco nel processo svoltosi con il rito abbreviato scaturito dall’operazione “Quinta bolgia” (relativamente a presunte ingerenze della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte all’ospedale di Lamezia nonché per presunte condotte illecite nell’affidamento e nella gestione del “servizio autoambulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’Asp di Catanzaro).

Il gup ha inflitto 2 anni e 8 mesi a Franco Antonio Di Spena (assolto per altri capi); 8 mesi (pena sospesa e non menzione) a Giuseppe Perri (all’epoca dei fatti dg dell’Asp di Catanzaro); 9 anni e 6 mesi (e 2 anni di libertà vigilata) per Diego Putrino; 9 anni e 6 mesi (e 2 anni di libertà vigilata) per Diego Putrino (classe 67); 11 anni per Pietro Putrino (e 2 anni di libertà vigilata); 9 anni e 2 mesi (e 2 anni di libertà vigilata), per Ugo Bernardo Rocca; 10 anni e 6 mesi (2 anni di libertà vigilata) per Silvio Rocca; 9 anni e 4 mesi (e 2 anni di libertà vigilata) per Vincenzo Torcasio. Il gup ha condannato anche – per gli illeciti amministrativi – alla sanzione pecuniaria di 206 mila euro (pari a 800 quote) per ciascuna società: La Pietà di Putrino srl, Croce Rosa Putrino, Putrino service, Rocca servizi e Pietro Rocca. Il gup ha anche ordinato la confisca della Croce Rosa Putrino srl e Putrino service srl.

Applicate alle società anche le interdittive per due anni. Come si ricorderà, a febbraio scorso, il pm Chiara Bonfadini per gran parte degli imputati che hanno scelto l’abbreviato (11 in tutto), aveva chiesto pene pesanti: in particolare per gli imprenditori Pietro Putrino, a capo dell’omonimo gruppo imprenditoriale, erano stati chiesti 14 anni di carcere; per Diego Putrino (39 anni), amministratore della Putrino service srl chiesti11 anni; Diego Putrino (54), socio al 95% e amministratore delle altre società legate alla famiglia, erano stati chiesi 11 anni; Vincenzo Torcasio, «Enzino», dipendente della ditta Putrino, la richiesta era stata di 10 anni e 10 mesi; Silvio Rocca, socio unico e amministratore della società Rocca Snc, richiesta di 12 anni; Ugo Bernardo Rocca, richiesta di 12 anni; Franco Antonio Di Spena, “Tony”, dipendente della Rocca servizi, chiesti 6 anni.

Sono stati assolti: Roberto Frank Gemelli, infermiere nell’ospedale di Lamezia Terme (il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi); Sebastiano Felice Corrado Mauceri, infermiere nell’ospedale di Lamezia Terme (il pm aveva inveve chiesto la condanna 3 anni e 4 mesi); Sebastiano Felice Corrado Mauceri, infermiere nell’ospedale di Lamezia Terme (il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi).

Assolto anche Giuseppe Pugliese, ex direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, (il pm aveva chiesto la condanna a 8 mesi, mentre per Giuseppe Perri, ex direttore generale dell’Asp di Catanzaro, condannato a 8 mesi, il pm aveva chiesto un anno e 4 mesi). Pugliese e Perri sono stati accusati, a vario titolo, di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente aggravata dal metodo mafioso e abuso d’ufficio.

Il blitz della Dda di Catanzaro “Quinta Bolgia” scattò il 12 novembre 2018 quando furono emesse 22 ordinanze di custodia cautelare su richiesta della Dda nei confronti di politici, imprenditori ritenuti di riferimento della cosca Iannazzo – Cannizzaro- Daponte, dirigenti dell’Asp di Catanzaro e dipendenti delle ditte Putrino e Rocca di Lamezia operanti nei servizi sanitari e onoranze funebri. Era stata contestata l’associazione per delinquere di tipo mafioso, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, illecita concorrenza con violenza o minaccia, abuso d’ufficio e peculato nonché presunte condotte illecite nell’affidamento e nella gestione del “servizio autoambulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’Asp di Catanzaro. La posizione di Pugliese era stata collegata anche a quelle dell’ex deputato Pino Galati (uscito di scena con un’archiviazione) e dell’ex consigliere comunale Muraca (anche lui uscito di scena con il proscioglimento).

Secondo le accuse, in particolare, l’ex deputato Giuseppe Galati (la cui posizione è stata già archiviata oltre un anno fa), in concorso con l’ex consigliere comunale Luigi Muraca (poi prosciolto) sarebbe intervenuto sull’allora direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Pugliese, in virtù dei rapporti esistenti tra Galati e Pugliese anche connessi al precedente conferimento dell’incarico dirigenziale a Pugliese, per l’affidamento del servizio ambulanza da parte dell’Asp al gruppo imprenditoriale ritenuto ‘ndranghetistico Putrino. La vicenda rientrava nel secondo filone dell’indagine, denominato “Gerione”.

«Giuseppe Pugliese è stato assolto con la formula perché il fatto non sussiste – commenta l’avvocato Giuseppe Laratta – Eppure Giuseppe Pugliese era stato persino portato in carcere per questo fatto. Eppure il Giudice aveva aggravato gli arresti domiciliari intercettando anche conversazioni con il difensore. Fatti gravissimi che tra l’altro il codice vieta, eppure tutto questo è successo. Sembrerà strano ma non sono felice perché quel che è accaduto mi spinge ad avere paura. Può quindi accadere che ti arrestino ti portino in un carcere ed anni dopo un altro, più equilibrato Giudice, ti dica che non avevi fatto niente. Questo deve sapere l’opinione pubblica».

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