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L'ospedale di Lamezia Terme

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AMANTEA (CS) – Definitivamente scagionato l’infermiere amanteano condannato per una presunta violenza sessuale a danno di due pazienti della psichiatria di Lamezia Terme.

La Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro avverso la sentenza della medesima Corte che nel luglio 2019, accogliendo le tesi difensive sostenute dall’avvocato Gregorio Barba, ha assolto con la più ampia formula “perché il fatto non sussiste” l’infermiere Franco Pino, imputato nel processo penale celebrato per le violenze sessuali nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Lamezia Terme.

I fatti sono accaduto nel 2007. Diversi gli operatori sanitari coinvolti nella vicenda. L’infermiere Franco Pino fu sottoposto a misura cautelare e tratto a giudizio per rispondere dei reati di violenza sessuale e di maltrattamenti nei confronti di due pazienti ricoverate in quel reparto. All’esito del giudizio di 1° grado, il Tribunale affermò la responsabilità penale di Franco Pino e lo condannò per entrambi i reati a lui contestati sul presupposto della ritenuta attendibilità e della capacità a testimoniare delle pazienti presunte vittime, di cui una costituitasi parte civile.

La Corte di Appello, investita del gravame proposto dall’imputato, con sentenza dell’anno 2012 lo assolse dal reato di maltrattamenti mentre confermò la condanna per violenza sessuale in danno dell’altra paziente. Su ricorso proposto dalla difesa, la Corte Suprema con sentenza del 2014 accertò un vizio processuale negli accertamenti psicodiagnostici conferiti ed espletati dai consulenti dell’accusa ed annullò l’anzidetta sentenza di condanna di appello con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello per un nuovo giudizio. Nel merito, riproponendo nella sostanza le medesime argomentazioni già sviluppate dalla precedente sentenza annullata dalla Corte di Cassazione, la Corte di Appello con sentenza del 2016 giunse a confermare la penale responsabilità dell’imputato per il reato di violenza sessuale.

Su nuovo ricorso proposto dalla difesa, la Corte Suprema nel 2018 ha ulteriormente dichiarato inutilizzabili le consulenze tecniche dell’accusa ed ha annullato anche l’ultima sentenza di condanna rinviando ad altra Sezione della Corte di Appello per un nuovo giudizio. Si è così pervenuti all’ulteriore procedimento di appello, nel corso del quale è stato disposto un accertamento sulla capacità a testimoniare della presunta persona offesa, confermata dal perito d’ufficio ma motivatamente contestata dai consulenti della difesa. A conclusione, la Corte di Appello catanzarese con sentenza emessa nel luglio 2019 ha disatteso le richieste del Procuratore Generale e della parte civile di conferma della sentenza di condanna e, condividendo invece le tesi difensive svolte nell’interesse dell’imputato dall’avvocato Barba, all’esito di una attenta valutazione scientifica, di merito e delle prove valorizzate dal difensore ha assolto Franco Pino con la più ampia formula “perché il fatto non sussiste”.

La Procura Generale ha impugnato tale sentenza assolutoria ma la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della pubblica accusa. Si chiude in tal modo l’odissea giudiziaria dell’infermiere Franco Pino dopo ben sette gradi di giudizio e a distanza di quattordici anni dall’inizio del procedimento penale che ha portato agli arresti e al rinvio a giudizio degli operatori sanitari del Reparto di psichiatria dell’Ospedale di Lamezia Terme.

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