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NAPOLI. Circoscrivere i problemi del Napoli, scarsamente fortunato nel mese di novembre, durante il quale ha collezionato un solo punto in campionato e una vittoria, convincente, in Europa League a Varsavia alle assenze per Covid ( Demme, Politano e Zanoli nell’ordine ndr) ed agli infortuni di Osimhen, volenteroso e generoso come sempre ma non efficace come ad inizio torneo, ed Anguissa, ed ai forfait di Insigne e Ruiz, non offre una visione completa del momento no degli azzurri, che sono apparsi, in alcuni di loro, stanchi, ma ciò che più preoccupa, dei significativi cali di concentrazione, non giustificabili soprattutto se verificatisi, ad inizio gara: sia contro il Verona che a Mosca, Mario Rui è risultato decisamente fuori fase, avendo consentito a Barak (Verona) prima ed a Moses (Legia) dopo, di farsi sbeffeggiare sulla fascia, e dai cross dei quali sono arrivate due reti che hanno messo in ginocchio il Napoli, costringendolo ad un pari e ad una sconfitta.

Tanti errori di passaggio, eccessi di sicurezza, poca incisività dei subentranti, che hanno molta più condizione, ma che sono sembrati avulsi dalla manovra, che ha un aspetto particolare con il nigeriano di punta, ma che deve essere rivisto alla luce del fisico che si ritrova Petagna e dallo spazio di cui necessita Mertens, utilizzato da Spalletti non nel tridente di attacco, ma alle spalle del centravanti, affiancato, per necessità da Lozano, in ombra già da un po’, ed Elmas, unica nota positiva nella bufera di neve in Russia. Nella settimana dedicata, giorno e notte, con un h24, al Pibe de oro, omaggiato dalla statua, opera dello scultore Ceci, che sarà portata dal basamento posizionato alle spalle del settore distinti lungo l’anello della pista di atletica per ricevere il saluto riverente dell’intero pubblico, l’attenzione verso i partenopei si è leggermente affievolita, consentendo al tecnico di studiare le mosse per trovare soluzioni che facessero fronte alle assenze dei due “colored”.

Il pubblico è desideroso, come non mai, di rivivere con questa squadra i fasti di quel periodo, dove ad incantare anche i tifosi avversari, c’era, e ci sarà con il ricordo eterno, quel piede fatato, quel calciatore corretto, mai lasciatosi andare a proteste, mai rancoroso con il difensore che sistematicamente lo sgambettava per renderlo meno offensivo. Sarà un momento di riconoscenza per chi ha donato gioia, voglia di vivere, rivincita sociale per gente che ha dovuto soffrire, e non poco, per le vicende sportive, e rimarrà indelebile anche per chi non ha avuto l’opportunità di vederlo dal vivo, ma solo nelle innumerevoli immagini filmate che non smentiranno mai l’eccellenza di Maradona. Commovente sarà certamente la declamazione dei versi scritti per l’occasione dallo scrittore De Giovanni, persona rispettabile, di classe come lo era Diego, napoletano fin nelle viscere, grande giocoliere di parole e di rime baciate dal cuore e dalla profonda sensibilità.

Ritornando al match serale, avversaria la Lazio, allenata da un altro napoletano di origini, da colui che fece vivere un sogno, avvicinandosi allo scudetto in maniera pulita ma poi aggiudicato con le solite manfrine arbitrali, all’invincibile ( è di queste ore un’indagine della Procura torinese su altre manfrine, dal sapore economico-finanziario, le cosiddette plusvalenze, con ben 42 casi di movimenti anomali di calciatori bianconeri ndr), quel Maurizio Sarri, fischiato come allenatore della Juventus, ma sempre ricordato con piacere dai napoletani: “Difficile affrontarlo, qui l’hanno visto come uno che organizza il gioco collettivo, tenendo la squadra corta, con la sensazione che possa sempre fare male. Loro stanno anche bene per come si sono mostrati in settimana. Sarà una gara di alto livello.” Risposta chiara e concisa sul collega regionale cui vorrebbe sottrarre lo scettro dell’allenatore che ha realizzato il risultato migliore della storia azzurra, nel corso di un campionato con i tre punti. E sul sistema di gioco, dove dovrà optare per la soluzione adottata a Mosca o con Mertens unica punta: “Non ha tanti problemi nella confidenza con la porta, è uno di quelli che sa fare il ruolo del falso attaccante (Mertens ndr). A volte c’è, a volte no, ma sa farsi trovare pronto. Mi sono divertito quando ho avuto un attaccante con caratteristiche diverse.

Il centrale difensivo ti dirà sempre che preferisce marcare quello più visibile e grosso (Petagna ndr) e che gli piace meno marcare invece quello piccolino. Poi chiaro che cambiano le caratteristiche: quello grosso quando pressi bene te la controlla e partono tutti, sono situazioni diverse e tutte e due redditizie se le fai funzionare.” E sull’insistenza di fare raffronti con Osimhen, chiarisce: “E’ un giocatore unico. Deve solo affinare la tecnica ma poi le altre cose ce l’ha tutte, difficile trovare attaccanti come lui. Mertens tecnicamente e nel posizionamento non sbaglia, ma se deve fare uno strappo di 70 metri o saltare di testa è diverso. Si perdono delle caratteristiche, se ne prendono altre, ma alla fine conta essere al top in campo. Petagna ne ha altre ancora, siamo assortiti bene. Continuiamo a lavorare come facciamo.” Rispondere alle domande in conferenza non è impresa ardua, è vincere sul campo che sta risultando complicato: quale risposta forniranno i calciatori azzurri?

NAPOLI: (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Elmas, Fabian Ruiz, Zielinski; Lozano Mertens, L. Insigne. Allenatore: Spalletti.A disposizione: Meret, Idasiak, Malcuit, Ghoulam, Manolas, Demme, Ambrosino, Lobotka,Cioffi; Petagna. Indisponibili: Anguissa, Osimhen, Politano, Ounas, Zanoli.

LAZIO (4-3-3): Reina; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; S. Milinkovic, Cataldi, Luis Alberto; F. Anderson, Immobile, Pedro. Allenatore: Sarri. A disposizione: Strakosha, Adamonis, Patric, S. Radu, Akpa Akpro, Escalante, Leiva, Basic, Raul Moro, Romero, Zaccagni, Muriqi. Indisponibili: Marusic.
ARBITRO: Orsato di Schio ASSISTENTI: Mondin e Ranghetti QUARTO UOMO: Cosso
VAR: Di Paolo AVAR: Vivenzi

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