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ERA inevitabile che si arrivasse a nuovi provvedimenti disciplinari. Così il direttore generale Maruggi, dopo la bufera che si è abbattuta sul San Carlo, prende la decisione più estrema: sospensione dalle attività chirurgiche di tutto il personale sanitario coinvolto nella vicenda che avrebbe portato al decesso, in sala operatoria, di una donna di 71 anni.

«Il collegio di disciplina – spiega – in tempi brevissimi ha aperto numerosi altri provvedimenti disciplinari in merito alla vicenda di cardiochirurgia, mentre sono state avviate le attività di indagine ispettiva interna affidate dal direttore generale al direttore sanitario per rispondere alla richiesta di chiarimenti pervenuta dal dipartimento della Salute della Regione Basilicata».

Nel frattempo l’indagine interna ha portato anche all’individuazione dell’altro medico, «responsabile della registrazione della conversazione diffusa da Basilicata24». E anche per lui arriva il provvedimento di sospensione cautelativa dal servizio.

Intanto, in una lettera indirizzata a tutto il personale del San Carlo, Maruggi conferma di «essere sereno». Nessuna ombra, «non posso certo testimoniare di epoche passate, ma posso rassicurare circa l’assoluta autonomia di questa direzione. Chi sostiene il contrario mente e di questa menzogna dovrà rispondere davanti alla legge».

«Le responsabilità – continua Maruggi – quando accertate devono vedere le Aziende pronte a reagire e censurare comportamenti colpevoli: questo è il modus operandi del San Carlo applicato sempre con severità e serenità». Il dg respinge ancora «le verità che si danno assodate prima ancora di essere accertate» e invita tutto il personale a considerare l’Azienda «patrimonio vostro, della Regione, della Comunità lucana. Ciascuno di voi è chiamato a difenderlo da attacchi ingiusti e violenti». Invito non accolto da tutti, considerata la nota di Giampaolo Mecca,  segretario territoriale della Federazione sindacati indipendenti. Sotto accusa proprio il «vertice strategico, che lungi dall’essere in una sala operatoria a lottare per strappare una paziente alla morte, ma seduto tranquillamente dietro una scrivania del IV piano della “palazzina nera”, avrebbe scientemente e deliberatamente coperto atteggiamenti tendenti ad alterare lo stato dei fatti».

Intanto le indagini, a ogni livello, vanno avanti. La Polizia ha acquisito il file audio che nei giorni scorsi il sito web Basilicata24 ha pubblicato. All’inizio del 2014, sulla base di un esposto anonimo, la Procura di Potenza ha aperto un’inchiesta coordinata dalla pm Anna Gloria Piccinini, la quale ha anche disposto un’autopsia (l’esito non è stato ancora depositato). Le indagini sono ancora in corso, e gli investigatori in queste ore stanno analizzando il contenuto del file audio. Secondo quanto si è appreso, la traccia sarebbe stata tagliata, ma resta ancora da accertare quando è avvenuto il taglio, ovvero se prima o dopo la consegna al sito web. I magistrati, inoltre, intendono verificare quando e dove la traccia è stata registrata, e soprattutto l’identità delle due voci. Anche se i nomi dei due medici che parlano non sono ormai più un mistero.

Nei mesi scorsi, in ogni caso, la Procura ha verificato ogni aspetto di questa vicenda, non solo quelli strettamente sanitari: anche i veleni tra medici, uno degli argomenti della conversazione, sarebbero infatti già entrati nelle indagini dalla Procura, accanto agli elementi che hanno portato alla tragica morte della donna.

Per far luce sulla vicenda, anche la Regione Basilicata e il San Carlo hanno deciso di aprire delle inchieste, e il ministero della Salute ha inviato gli ispettori che oggi dovrebbero visitare la struttura sanitaria lucana.

«La Cardiochirurgia ha storicamente rappresentato un settore di eccellenza che ha anche consentito al San Carlo di offrire di sé una immagine di alta qualità e di efficienza – ha dichiarato il consigliere regionale del Pd, Vito Santarsiero – con questa assurda vicenda si corre il rischio di far compiere un passo indietro non solo all’ospedale San Carlo ma all’intera credibilità della Sanità lucana». 

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