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REGGIO CALABRIA – Era sfuggito all’arresto nel giugno scorso e si nascondeva in un appartamento di Reggio Calabria il latitante Rocco Pasqualone, 45 anni, di Taurianova. Lo hanno scovato stamattina i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, pedinando la sua compagna romena che è stata arrestata insieme ad altre due persone per procurata inosservanza della pena. 

E’ ritenuto affiliato alla cosca Molè-Piromalli di Gioia Tauro e si è sottratto ad un ordine di esecuzione pena per una condanna a 14 anni, 3 mesi e 19 giorni di reclusione per traffico internazionale di droga. Era rimasto coinvolto nell’inchiesta “Doppio Canale” del 2012, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ed in quella per l’omicidio di un medico, Luigi Ioculano, ucciso il 25 settembre del 1998, ma in entrambi i casi era stato assolto.

Il provvedimento di esecuzione pena eseguito oggi scaturisce da un’operazione di polizia dell’ottobre del 2005, con cui la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva disposto la cattura di 18 persone accusate di fare parte di un’organizzazione di trafficanti di cocaina che faceva capo alla cosca Molè-Piromalli. L’organizzazione, che aveva la base operativa a Gioia Tauro, si riforniva di cocaina attraverso propri emissari in alcuni Paesi dell’Est europeo, in particolare in Bulgaria, dove la droga arrivava dal Sud America. La sostanza stupefacente, occultata all’interno di pallet contenenti legname, veniva poi smerciata in Calabria, Lombardia, Sicilia e Lazio.

Le indagini che hanno portato all’arresto di Pasqualone si sono incentrate sui controlli dei familiari, il cui coinvolgimento nella gestione logistica del latitante è apparso da subito evidente ai carabinieri. E proprio seguendo gli spostamenti della compagna romena, gli investigatori hanno individuato l’abitazione di contrada Caridi a Gallina di Reggio Calabria dove l’uomo si era rifugiato, risultata di proprietà di un italiano, titolare di un’impresa per cui lavorava proprio la compagna del latitante.

Stamani i carabinieri hanno effettuato un’irruzione nella casa trovando Pasqualone a letto con la compagna. Non era armato e non ha opposto resistenza e, nonostante avesse con sé due documenti di identità contraffatti, ha subito detto la sua vera identità. In un altro fabbricato è stato trovato il proprietario dell’immobile e la moglie. 

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