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POTENZA – Servirà l’autopsia per stabilire le cause della morte dei Maria Grazia Messina, 57enne di Potenza, e dell’intossicazione del marito Eranio Casimiro, 52.
A dare l’allarme ieri alle prime ore del mattino è stato il padre dell’uomo, preoccupato perché non riusciva più a mettersi in contatto col figlio. Per questo lo avrebbe raggiunto nell’abitazione che condivideva con la donna in contrada costa della Gaveta, nella periferia del capoluogo. Poi sarebbe entrato trovandosi di fronte a una scena raccapricciante: il figlio moribondo, e la sua compagna che non dava più segni di vita.
Quando sono arrivati gli operatori del 118 per lei non c’è stato più nulla da fare. Mentre lui è stato trasportato d’urgenza in rianimazione per cercare di salvargli la vita.
Il pm Annagloria Piccininni, dopo un sopralluogo sul posto, ha disposto il sequestro della salma della donna, e un esame autoptico per chiarire cosa sia stato a provocare il suo decesso.
Intanto gli investigatori della Squadra mobile di Potenza hanno già iniziato a scandagliare la vita dei due coniugi con un trascorso di tossicodipendenza, da cui sembravano usciti. Ma che forse non si era mai interrotto.
Il sospetto che va per la maggiore è che a provocare la morte della donna sia stata un’overdose provocata dall’assunzione di un quantitativo eccessivo di metadone, o metadone mischiato ad altre sostanze. Ma al momento non è esclusa nessuna ipotesi.
Maria Grazia Messina, di mestiere impiegata in un ente pubblico, aveva sposato Eranio Casimiro qualche anno fa, dopo la perdita del primo marito. Una scomparsa su cui anche all’epoca alleggiò il sospetto dell’abuso di sostanze stupefacenti.

l.amato@luedi.it

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