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Solo il popolo dei tifosi, sia in casa che fuori, sono vincenti! Oltre sessantamila con la viola, cinquantamila e passa con i giallorossi, al Maradona le urla partenopee allietavano l’aria primaverile della Pasquetta, settore riservato agli ospiti che debordava di supporters salernitani a Torino come a Genova, ma in campo più delusioni che gioie, in quattro gare una sconfitta ed un pari per gli azzurri, una sconfitta ed una vittoria, rigenerante speranze per la salvezza, per i granata.

Quante possibilità per il raggiungimento dei due traguardi, decisamente in contrapposizione, tricolore e salvezza? Poche, oseremmo dire scarse, nonostante i numeri diano ancora spazio a congetture che sanno di malocchio nei confronti di Milan ed Inter per il vertice, di Cagliari, Genoa e Venezia per i tre posti che spediscono le squadre nella serie inferiore. E le colpe a chi vanno attribuite? Agli allenatori? Ai calciatori? Alla società? Non di certo agli appassionati che , senza badare a spese, affollano i sedili degli stadi, per nulla intimoriti dai risultati, spesso non esaltanti, che inviterebbero un po’ tutti a lasciare in un cantuccio la passione, per stimolare questi ricchi mercenari del pallone.

Un’analisi deve essere comunque valutata e, tralasciando le presidenze, sempre attente a far quadrare il bilancio, l’attenzione è rivolta agli atleti ed al tecnico: nel primo caso, Spalletti, esaltato quando arrancava per schierare la squadra, per assenze forzate ed infortuni, ora viene immolato sull’ara del sacrificio, non valutando appieno le situazioni riscontrate con la Fiorentina ( assenza di Anguissa, Zielinski e Ruiz fantasmi ) e con la Roma ( infortunio di Lobotka ed ancora il polacco e lo spagnolo veri e propri interpreti stonati nel gioco di squadra), per cui non è proprio corretto gettare la croce addosso all’allenatore.

Osimhen ed Insigne in campo fino al termine e non inserire forze fresche, quelle che, invece, hanno fornito più vivacità alla compagine capitolina ? Il tecnico ha riconosciuto che ” …i subentrati non hanno dato ciò che mi aspettavo…”. Sull’altra sponda, Davide Nicola ha, forse, trovato la formula per dare filo da torcere alle concorrenti, ma la coperta comincia ad essere sempre più corta, le squalifiche, inevitabili, e la scarsa preparazione degli uomini arrivati nel mercato di gennaio, spesso in preda ad infortuni muscolari, costringono il mister ad arrovellarsi il cervello per mandare in campo un team competitivo. Quindi? Forse è il caso di non coltivare speranze che “cozzano” maledettamente con la realtà, triste e deludente, di un Napoli che dovrà accontentarsi dell’obiettivo minimo, e di una Salernitana che dovrà, se potrà, non fidare solo sulle proprie forze ma sull’inciampo di almeno tre delle concorrenti….

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