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Si chiama «Una rete per l’inclusione” ed è un progetto destinato a 51 minori, pugliesi e lucani, che hanno in corso dei procedimenti penali. L’obiettivo principale è di inserirli nel mondo del lavoro. Ma non solo. Il progetto, realizzato da un consorzio di enti del terzo settore sotto la direzione del ministero della Giustizia – Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, è stato presentato ieri mattina a Bari dal vicesindaco Eugenio Di Sciascio, dal direttore del Centro di Giustizia minorile di Puglia e Basilicata, Giuseppe Centomani, dal garante regionale dei detenuti Piero Rossi e dal presidente del consorzio “Mestieri Puglia” Vito Genco.

Obiettivo dell’intervento, finanziato dal Pon Legalità del ministero dell’Interno con fondi europei, è quello di costruire percorsi di inclusione sociale e riabilitazione per circa 200 giovani in totale, di età compresa fra 16 e 24 anni, appartenenti anche alle regioni Campania, Calabria e Sicilia.

Riguardo alla Puglia e alla Basilicata, nello specifico, sono 41 i minorenni pugliesi e dieci i lucani che saranno inseriti, in particolare, nei settori della ristorazione, della logistica, del manifatturiero e del turismo. I ragazzi riceveranno un sostegno economico da 500 euro al mese. L’investimento complessivo è di 1,2 milioni di euro, la durata del progetto è di sei mesi ma l’obiettivo finale è quello di renderlo duraturo.

Fra i 41 minorenni pugliesi molti sono stati segnalati dall’istituto “Fornelli” di Bari. «Per noi – ha detto Centomani – è importante la realizzazione di questo progetto, è un modello di intervento sul quale stiamo investendo molto in questi ultimi anni. Non si tratta soltanto di addestramento professionale, perché questo da solo non basta – ha aggiunto il direttore del Centro Giustizia minorile di Puglia e Basilicata -. Abbiamo bisogno di accompagnamento educativo.

Il nostro intento è di cercare di sviluppare in loro l’idea di cittadini attivi e lavoratori, riposizionare questi ragazzi all’interno della società in una dimensione reciprocamente utile. Questi sono gli obiettivi del dipartimento di Giustizia minorile. Questi progetti devono trasformarsi in servizi, in qualcosa di costante e che non termini con l’esaurimento delle risorse economiche».

«Progetti di questa natura – ha aggiunto il garante Rossi – se sono strutturali rendono di più. Dobbiamo prenderci cura di questi ragazzi anche in senso affettivo e non solo in termini di inclusione lavorativa».

«E’ un progetto a cui teniamo molto perché interseca aree fondamentali per lo sviluppo e il futuro stesso di una comunità – ha affermato il vicesindaco Di Sciascio -: guarda al mondo del lavoro ma soprattutto alla possibilità di offrire a ragazzi del circuito penale un’esperienza di tirocinio in azienda utile al loro reinserimento sociale prima ancora che professionale. Crediamo infatti che sia doveroso da parte delle istituzioni offrire a questi ragazzi, alcuni dei quali minorenni, una seconda opportunità perché, anche attraverso l’ingresso nel mondo del lavoro, sentano di poter cambiare un destino che sembra già scritto».

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