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ACERRA – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato ieri ad Acerra (Napoli) per le celebrazioni del 77° anniversario della Liberazione. Al suo arrivo al Castello dei Conti, Mattarella è stato accolto dai ministri degli Esteri Luigi Di Maio e per il Sud Mara Carfagna, dal sindaco Raffaele Lettieri, dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal sindaco della Città metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi e dal sottosegretario Enzo Amendola. Il Capo dello Stato ha ricordato i giorni della Resistenza a Napoli e in Campania. “Ricordo le parole di un illustre figlio della terra campana: lo storico e senatore Gabriele De Rosa, che fu ufficiale dei granatieri a El Alamein e poi membro della Resistenza romana. Raccontava di una piccola donna, sua padrona di casa a Roma, che lo aveva salvato dall’arresto e dalla deportazione, raccontando il falso ai fascisti. Se fosse stata scoperta la verità, questa donna sarebbe stata sicuramente fucilata. De Rosa concludeva: ‘Questa donna ha fatto la Resistenza. E oggi c’è tra gli storici concordia nell’assegnare il titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a una invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso stesso della dignità”.

“Furono resistenti -ha ricordato il Capo dello Stato- i combattenti delle montagne, le tante staffette partigiane, i militari che, perdendo la vita o subendo la deportazione, rifiutarono di servire sotto la cupa bandiera di Salò. Furono resistenti, a pieno titolo, le persone che nascosero in casa gli ebrei, o i militari alleati, coloro che sostenevano la rete logistica della Resistenza. Furono resistenti gli operai che entrarono in sciopero al Nord, gli autori di volantini e giornali clandestini, gli intellettuali che non si piegarono, i parroci che rimasero vicini al loro gregge ferito. Le vittime innocenti delle tante stragi che, in quella terribile stagione, insanguinarono il nostro Paese”.Mattarella ha poi aggiunto: “Nel meridione l’occupazione nazista durò molto meno. L’avanzata alleata risparmiò a quelle popolazioni mesi e mesi di calvario che, con altre stragi, altro sangue, perdurarono invece nel centro nord. Fino al fatidico 25 aprile 1945, che segnò la fine del nazi-fascismo e la riconquista della libertà in Italia.

Ma, pur se la resistenza nelle regioni del Sud ebbe una storia più breve, ne va sottolineata l’importanza, in termini di coraggio, valore e sacrificio. Senza dimenticare il contributo offerto alla lotta partigiana al Nord da militari originari di regioni del Mezzogiorno. In questo senso, in tutta Italia, la Resistenza -come lo era stato l’antifascismo di tanti spiriti liberi durante il ventennio- fu un movimento che ebbe un significato unitario, quello della Liberazione dal nazifascismo, assumendo nel contempo forme e motivazioni anche diverse a seconda delle specifiche circostanze temporali e territoriali”.

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